qualche buona ragione per esercitare il diritto al voto
Ascoltando la trasmissione di Lucia Annunziata “in mezz’ora“ con ospite Giulio Tremonti, mi ha fatto riflettere questa considerazione dell’ex ministro, ossia: «se tu non ti interessi di politica, comunque la politica si interessa di te». Molti diranno: «ma hai forse scoperto l’acqua calda, non sapevi che così vanno le cose?» No – potrei obiettare io – il punto è un altro. Tutti coloro, amici carissimi o semplici conoscenti che in ogni riunione o incontri mi dicono «no, basta, non vado a votare più! sono tutti marci! tanto poi fanno quello che vogliono! non ci credo più!», non so se sono consapevoli fino in fondo che anche se non andiamo a votare, i politici comunque ci saranno sempre e con i loro provvedimenti più o meno capestri ci imporranno scelte che si ripercuoteranno sulla nostra vita quotidiana. Questo è il punto, che forse non viene adeguatamente messo a fuoco e valutato con la dovuta attenzione. L’astensione, sia per le elezioni comunali che per quelle nazionali, divenuta adesso tanto di moda e sbandierata da una pletora di persone per svariati motivi, anche se fenomeno analizzato dai politici e da media ed analisti del settore, non blocca, a mio parere, i provvedimenti che si propone di attuare chi vince le elezioni. Sì, come sempre ci saranno dibattiti più o meno interessanti circa la tipologia dei cittadini che si sono astenuti, se sono più gli uomini o le donne, qual è il loro grado di istruzione e la loro professione e così via, le solite Facce Note faranno un mea culpa finto: ma comunque, i vincenti andranno avanti sui provvedimenti che vorranno attuare.
E allora? Anche se esprimo un pensiero banale, invito ad andare a votare, scegliendo il meno peggio ma scegliendo comunque noi, con la nostra testa, le nostre convinzioni e cercando di “non farci venire a trovare dalla politica”, ma il contrario. Non deve sfuggirci, fra l’altro, che al giorno d’oggi nel mondo c’è gente che si sta facendo uccidere e torturare per esercitare il proprio diritto di voto.
A piccoli passi, un’astensione al voto dopo l’altra, dobbiamo ridurci a questo?
Una brutta azione è confondere la politica con i politici. Chi non va a votare incrementa questa confusione. Impariamo a scegliere bene tra chi si candida e poi chiediamogli di rendere conto delle sue azioni, di ciò che ha mantenuto e di ciò che non ha realizzato. Perché non rendo noconto e perché noi gli consentiamo ancora comportamento? Dipende da loro o da noi? Solamente da noi.