“The Help”:tra pagine e DvD.
Tempo fa, guardando i nuovi arrivi della Mondadori ho notato una splendida copertina gialla. Il titolo, viola acceso, era quasi accecante.
The Help.
Mi ha subito colpita. Era già uscito nelle sale il film, a breve lo avrebbero tolto, ed era già un successo mondiale.
Ho iniziato a leggerlo un lunedì mattina. Martedì sera chiudevo in lacrime l’ultima pagina.
Ho aspettato l’uscita del DvD per poter dire come, e se, il film potesse essere fedele o meno a quello splendido romanzo.
Ambientato a Jackson, in Mississippi, all’inizio degli anni sessanta, una piccola cittadina in cui l’odio razziale è nascosto sotto degli splendenti sorrisi ben educati e buone maniere robotiche.
È qui che si intrecciano le vite, le storie, i dolori di tante donne, protagoniste assolute di questo romanzo.
Prima tra tutte, Aibileen, una cameriera di colore. Ha sempre fatto la cameriera, ha sempre servito famiglie bianche, ed ha sempre cresciuto i bambini delle sue padrone come fossero suoi. Finché, ovviamente, non diventavano tanto adulti da pronunciare quella parola. “Negro”. Tanto simili ai genitori, alla fine, nonostante i nascosti sforzi di Aibileen.
Ma non questa volta. Non quando la bambina in questione è Mae Mobley, figlia di Elizabeth Leefolt. La sua piccola Mae Mo’, che la ama e la adora come una vera madre, che necessita solo attenzioni.
Miss Leefolt, come la chiama sempre con rispetto Aibileen, è un’altra protagonista. Meno presente delle altre, ma importante tanto quanto perché è una donna dei suoi tempi e dei nostri. È stressata, ha un marito assente, una vita in cui non può mai dire ciò che pensa o prova. È così presa dal non dover dimostrare chi è veramente dal dimenticarlo a sua volta, trascurando la piccola Mae Mo’.
Parla di Hilly Holbrook, sovrana di Jackson, casalinga perfetta e moglie modello. Una di quelle donne che grazie alla sua tenacia è riuscita a costruire un trono invisibile su cui lei, e solo lei, può sedersi. Lei organizza il poker delle signore per bene, lei prepara appuntamenti alle sue amiche single, ed è lei a lanciare l’iniziativa per costringere tutte le casalinghe di Jackson a costruire un bagno apposito per le loro cameriere di colore, così che non possano sporcare quelli in casa.
Parla di Skeeter, amica di Hilly e di Elizabeth, una giovane dall’aspetto trasandato ma dalla famiglia benestante e per questo ben accetta nella società, nonostante le sue idee e sogni rivoluzionari.
Anche lei, come tutte le sue amiche, è stata cresciuta da una donna di colore. Constantine. Un nome che sin dalle prime pagine commuove chi legge. Una madre, più che una semplice tata, una amica, una confidente. Ma Constantine è misteriosamente sparita dalla vita di Skeeter e dalla sua casa. Nessuno vuol dirle perché.
Infine c’è Minnie amica di Aibileen che, al contrario di quest’ultima, è una donna forte, arrogante, una donna che, anche se costretta dal colore della pelle a fare la governante non riesce a farsi mettere i piedi in testa da nessuno, se non in casa dal marito violento.
Sono ritratti di donne che conosciamo, forse anche i nostri. Sono storie di amicizie spezzate, di sogni. Sono le storie che Skeeter raccoglierà nel suo libro, The Help, il filo che legherà tutte loro in questa storia. Un libro audace e pericoloso, un libro scomodo che potrebbe portarla via da Jackson per sempre e che potrebbe mettere in pericolo tutte loro ma che, soprattutto, la aiuterà a scoprire cosa è successo veramente alla sua Constantine.
Tuttavia, il vero e indiscusso protagonista del racconto, è il coraggio. Il coraggio di tutte le protagoniste, nel bene e nel male. Perché anche davanti al pericolo hanno la forza di scegliere se continuare a vivere nel silenzio o se fare il primo vero passo verso qualcosa di nuovo.
In conclusione, il film è ben fatto e le storie sono affascinanti, ma manca ciò che rende il libro più toccante e commovente: la cruda realtà e la sofferenza, che l’autrice descrive alla perfezione, che si prova nel prendere scelte impossibili ma dovute.