triste inno alla gioia del Papa in visita a Milano
Quando l’aereo del pontefice ha posato le sue ali a terra un vento forte, insolito in questa stagione, si è abbattuto su Milano. Sembrava venuto apposta per alzare la gonna e scompigliare i capelli al papa, tanto che è stato costretto a tenere la papalina con una mano e a frenare con l’altra le evoluzioni della sua gonna. Sembrava tutto organizzato sia per far pubblicità alle famose scarpe fatte da Prada, sessanta paia tutte rosse, e anche per far felice i giornalisti e i cameramen del tg1 per cui, un pontefice chioma al vento, veste sopra la caviglia, era il massimo della diretta e della realtà quotidiana. Ma in questa visita a Milano c’è stato ben poco di reale. Non lo era, in tempo di tanti lutti, l’inno alla gioia diretto da Baremboim. Ogni nota, infatti, faceva ricordare la terra che, in Emilia e Romagna, continuava a tremare. Sì, bisogna ammetterlo, chi partecipava al concerto della Scala, per ricordare la tragedia, era vestito sobriamente, intendo il pubblico, non certo i prelati. Sì, anche Formigoni che avanzava, indietreggiava, come sempre per acchiappare un primo piano, aveva l’aria assorta, ma siccome non si sapeva se stesse pensando al progetto di un altare tascabile per il suo prossimo viaggio alle Maldive o al viaggio di fede del papa, anche lui appariva poco credibile. Neanche le coppie prescelte per rappresentare la famiglia sono state attendibili, alcune erano assolutamente banali, altre un po’ saputelle, della serie “mulino bianco”, e alcune assurdamente tragiche. Quelle che mi hanno colpito di più sono state proprio queste ultime che spiegavano, con l’aria di chi vive il martirio, che, anche se tenere unita la famiglia comportava un cammino pieno di sofferenze, valeva sempre la pena percorrerlo. Santità, vi incontrate ogni giorni con problemi gravissimi: la crisi delle vocazione, la pedofilia, l’allontanamento delle donne dalla chiesa, vi scontrate con i complotti, le delazioni, i furti di documenti, gli inganni dei fedelissimi, per non parlare di Gotti Tedeschi che racconta di perizie psichiatriche subite nello stile delle epurazioni staliniste. Dice Gotti Tedeschi di aver in serbo documenti nel caso lo uccidessero, facendoci passare dal clima d’epurazione comunista a quello dei più biechi misteri italiani. Non vorrei calcare la mano, ma devo ricordarvi anche il vostro fidato maggiordomo che vuol parlare con i giudici per dire «Non posso parlare». Santità, i corvi ora volano bassi. Non vi basta? E’ forse per questo allora che pretendete da noi tutti un cammino di sofferenza, non tenendo conto che questa sofferenza spesso, con il suoi segreti e il suo cieco conformismo, è la stessa chiesa a infliggerla a se stessa e agli altri. Sono passati giorni dalla vostra visita a Milano, e ancora ci chiediamo perché mai il due giugno si è messo il silenziatore ai bersaglieri e si è lasciato cantare, in piazza Duomo in vostro onore, cantanti noti e meno noti? Sì, è vero, avete devoluto una ingente somma ai terremotati, sì, avete promesso alle vittime del sisma di ricordarle nelle vostre preghiere, così come lo avete promesso ai divorziati che anche loro, ai vostri occhi, sono come dei terremotati, ma non sarebbe stato meglio se, invece di ascoltare a Milano con tristezza l’inno alla gioia, foste andato a portare gioia in Romagna e in Emilia là dove la terra continua a tremare? Bastava andare a piedi fra la gente, parlare con essa, abbracciare i bambini, condividere per un po’ la loro paura, e sono sicura che molte nubi sul vostro pontificato si sarebbero dissolte. A papa Pacelli, che non era il massimo della comunicazione, sono state poi perdonate tante cose proprio perché al primo bombardamento di Roma scese fra la folla, pianse con lei, ne condivise i traumi. Voi mi direte che le famiglie di tutto il mondo sono ugualmente importanti, io lascerei l’importante e toglierei l’ugualmente. Prendo anzi l’occasione a volo per farvi una domanda precisa. Dato che non c’è una sola volta che non teniate a specificare che il nucleo familiare non esiste senza la presenza di un uomo e di una donna, nel caso, per esempio, di una vedova con quattro figli come possiamo spiegarle che non ha più una famiglia?
E’ interessante questo articolo, però dai giornali che leggo l’ingente somma regalata dal Papa ammonta a cinquecentomila euro. Non mi pare così ingente
Ciao Silvana vedo con dispiacere, ma anche con piacere, che neanche il tuo umorismo non regge davanti alla corruzione ed ai misfatti del vostro Santo Padre, il tuo articolo man mano che scrivi diventa drammatico, comunque è molto efficace.
Purtroppo è vero, efficace ma drammatico. Forse, cara Silvana, è arrivato il momento di tirare una linea di confine che separi la Chiesa da Città del Vaticano.
Dalla nascita del sito di mezzocielo ad ora sono stato un’assiduo, trovo voi donne molto variegate, adesso qualcuno ha le mie stesse iniziali e si firma come mi firmavo io, da ora in poi aggiungerò il cognome anche perchè la penso diversamente da lui, per esempio 500000 euro =il miliardo( in lire) devoluti dal Papa non mi sembrano pochi ,dato che erano offerti dal suo conto personale,penso che se dava di più avrebbero detto accidenti ecco quanti soldi ha! Quella che è miserevole è l’offerta del vaticano come stato sovrano, trovo anche assurdo la festa con luci effetti speciali e canzoni ,per non parlare del concerto a Milano! All’articolo di Silvana Fernandez anche se l’umorismo diventa drammatico faccio i miei complimenti.
Sig Russo, mi dispiace ma il cognome e il nome sono molto comuni a palermo e mi chiamo come lei paolo russo, ma dato che lei ha deciso di firmare col cognome, se io farò qualche commento firmerò solo col nome per non fare confusione. Oppure scriverò il mio secondo nome che è antonio. (paolo antonio russo, il mio indirizzo è paolo.russo@gmail.com.
Finalmente,anche se in ritardo, qualcuno parla di questa inadeguata visita del papa , il silenzio stampa è stato notevole, nessun giornale ha notato l’assurdità di un simile spettacolo perchè di questo si parla di uno spettacolo che faccia rinverdire la figura del papa, mentre là vicino la terra trema e in vaticano,come dice la fernandez i corvi volano bassi.