uscire dal guado, cum judicio

7 giugno 2012 di: Fortunata Pace

Si dovrebbe dire: «non è consentito». L’Italia è in trappola, come molti paesi d’Europa, ma ancora si difende se si pensa a quel che sta accadendo tra la gente di Grecia e quel che si minaccia in Spagna. Ma, piuttosto che una dichiarazione forte, decisa, che dia qualche speranza, da noi si accendono polemiche di vecchio stampo, malumori tra partiti e irrefrenabili fremiti di desiderio nel volersi riprendere posti di maggior privilegio. Piuttosto che mettere sul tavolo possibilità di soluzioni e collaborare alacremente, l’ideuzza è: andiamo alle urne in autunno. Se qualcuno vuol dirci, ora come ora, «tornate a farci governare», vuol dire che ha l’asso nella manica. Bene: lo tiri fuori! Mentre Monti appare in difficoltà, la Fornero pare ritenga equità mettere in precariato ogni forma di impiego sia pubblico che privato, l’Emilia si dibatte in un dramma economico e umano di palesi enormi proporzioni, il Papa si mostra provato e dolente per gli scandali che irrompono all’interno della Chiesa, la Siria ci travolge senza possibilità di tregua e di accordi con le sue immagini di morte, a noi è dato di leggere come notizia chiave quel che dichiara Fassina in dissenso con Bersani, e cioè mandare prima a casa Monti e il suo staff. E questo sollevando, com’è comprensibile , consensi trasversali e agitando acque dove non può navigare proprio nessuno.

Davvero non è consentito. Se Monti non sta rispondendo alle aspettative, dispiace a tutti gli italiani che pur non omologati alla sua linea di rigore e di recupero dei fondi necessari per salvare l’Italia, pur fatalmente delusi dai ritardi di alcune chiare direttrici di marcia su crescita e sviluppo, ci rimettono in stipendi, risparmi e addirittura in servizi, ma vogliono dargli credito e solidarietà se lo scopo è mettere in sicurezza il nostro paese. E alcuni rappresentanti dei partiti invece che fanno? La conta dei mesi che li separano da poltrone di comando. “Opportuno tempore” dicevano i romani. Ma davvero c’è chi pensa che oggi possa formarsi un nuovo Parlamento con coalizioni e prospettive felici? Come ballare sul Titanic. Speriamo che l’Italia si tiri fuori dal guado, perché chi ha tanta voglia di governare possa farlo. Semprecche lo voglia, non per proprie ambizioni ma per garantire bisogni e diritti dei cittadini. E abbia chiara l’idea che politica, dopo ciò che si sta attraversando, non può più essere quella che per troppi anni si è spacciata per tale.

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