europeade, o festival del folklore
Chi fosse passato da Padova in questi giorni si sarebbe potuto imbattere in gruppi di antichi paesani agghindati con buffi cappellini trinati e lunghe sottane scure, o pantaloni di fustagno corredati da pesanti giacche o gilet, che vagavano accaldati lungo le vie della città in mezzo a passanti in tenuta balneare o intrecciavano antiche danze col suono di violini e fisarmoniche in piazzette semideserte.
Potrebbe sembrare il trionfo del conservatorismo più becero, invece i 170 gruppi provenienti da tutta Europa che alla sera allietavano il pubblico in Prato della Valle fanno parte dell’Europeade, cioè del Festival itinerante del Folklore che da oltre 40 anni cerca di mantenere viva l’attenzione sulle tradizioni popolari europee. Certo fa bene al cuore vedere gruppi di tirolesi che cercano di imparare la pizzica o insegnano i loro canti agli abruzzesi e sicuramente Lituani e Bretoni, viaggiando, hanno occasione di ampliare i loro orizzonti culturali, ma pensare che nell’estate 2012, all’alba di un possibile tracollo della moneta unica, in piena crisi economica globale si destinino fondi europei a rinsaldare la nostalgia per un mondo sorpassato ed artificiale, è davvero difficile da credere e da accettare.
Forse si vuole promulgare un modello di vita alternativo creando una comunione di intenti tra “virtuosi nostalgici”, oppure si cerca il modo più semplice e plateale per rendere operativa l’integrazione europea, ma se pensiamo a quanti soldi vengono stanziati per questo tipo di interventi, davvero possiamo stare tranquilli sul futuro dell’Europa: c’è bisogno di molta fede ed energia per portare avanti il progetto di un altro mondo. Comunque, anche per gli scettici, basta divertirsi, almeno per un pò.