la memoria corta di Casini, ex Dc
Casini intervistato da Gianfranco Marrone, sul Giornale di Sicilia, afferma: «Lombardo per la sua strada, io per la mia. Non abbiamo nulla da dirci. Per quel che riguarda Salvatore Cuffaro, i miei sentimenti di amicizia con lui appartengono a me come uomo e come cristiano. Non li ho mai rinnegati e non li rinnego. Se Lombardo, che con Cuffaro ha amministrato per tanti anni, ritiene di essergli estraneo, sono affari suoi e della sua coscienza».
Ci vuole il “pelo sullo stomaco” per arrivare al termine dell’intervista. Ma insisto. La nausea avanza lentamente, ed è profonda; affonda le radici nel passato, appena lontano, nella storia dei politici targati D.C., scudo crociato. I soliti lasciapassare: “cristiano”, “non rinnego”, “coscienza”. Sempre con il Vangelo aperto e pronto per l’uso personale, usato per assolvere le proprie mancanze che non sono peccati, semmai lo fossero sono considerati da Casini, veniali, non mortali. Ma la politica dell’Udc, in Sicilia, fa ricordare le stragi, i silenzi, i silenzi-assenzi. Solo lui ha dimenticato tutto? E le sue responsabilità politiche in quale parte della sua “coscienza” le ha relegate?
Solo noi cittadini comuni non abbiamo perso la memoria? Perché lui sì? E’ un deficit tutto da ex-democristiano? Mi ricorda troppo l’ipocrisia cattolica nella quale siamo purtroppo immersi e della quale continua ad essere un rappresentante fedele.