le donne senza volto di Palermo, ora lo avranno

24 agosto 2012 di: Claudia Fucarino

“Non un libro d’oro ci ha tramandato coi nomi le opere di codeste donne; anzi i nomi stessi ci mancano, perché molte di esse si restavano nell’ombra. Giornali che le mettessero in evidenza non c’erano: e la cronaca mondana correva orale piuttosto che stampata e divulgata come ora tra i curiosi e gli sfaccendati. Eppure a noi è consentito affermare che se non furono tutte Veneri le belle, la beltà di molte fu fine e soave; se non eroine le buone, la loro benemerenza, chi se l’acquistò, non fu fittizia né bugiarda. Molte le creature deboli e leggiere, ma molte anche le forti: e di fronte ad amori avventurosi, quali comportava con la suggestione la triste morbosità dei tempi, vi ebbero affetti elevati, che alle ebbrezze chimeriche contrapposero serenità ragionevoli ed alle seduzioni materiali del corpo le sublimi idealità dello spirito”.

Giuseppe Pitrè

Palermo, la città dalle cento moschee, dalla storia millenaria e dalla cultura eterogenea, dalla ricca e saporita cucina, dall’azzurro mare e dallo splendente sole, del Vecchio Genio e della fiorita santa Rosalia. Palermo, la città delle donne, ma delle donne “senza volto”, ghettizzate e superficialmente catalogate all’interno di stereotipi, in cui emerge un ritratto di donna palermitana, esaltata per la sua bellezza mediterranea e le sue forme giunoniche, ma allo stesso tempo criticata per la sua eccessiva civetteria e per il poco spessore culturale. Dove sono le donne reali, le donne con un volto, con un nome, con una storia alle spalle?

Nascono pertanto i “percorsi di genere femminile”. Questo inconsueto e originale progetto, ideato da Maria Pia Ercolini, ha portato nel 2011 alla pubblicazione di un primo volume, edito da Iacobelli, che prevede la realizzazione di un percorso culturale alla scoperta di un’area urbana di Roma: Trastevere. Il volume, il cui elemento innovativo consiste nell’attenzione finalmente attribuita ai personaggi femminili storici o contemporanei che emergono lungo il percorso, ha avuto a Roma un tale successo da varcare i confini laziali, approdando in svariate città italiane.

Tra queste non poteva certo mancare Palermo, che nel 2013 pubblicherà la prima passeggiata culturale di genere femminile. E così, oggi, chiamata a scrivere un percorso turistico e culturale che ne esaltasse e facesse emergere “le regine”, ho chiamato in aiuto le stesse donne di Palermo: professioniste, impiegate, professoresse, casalinghe, pensionate e studentesse. Sono loro che le hanno rispolverato dalla coltre di polvere sotto la quale erano nascoste: da sante a prostitute, da suore a nobildonne, donne appagate e infelici, donne virtuose e dalle pessime qualità morali. Sono le donne di Palermo, le donne che, emarginate dall’universo maschile e dalle cronache del tempo, hanno contribuito a costruire questa città lasciando, nei monumenti presenti all’interno del percorso, le loro lievi e flebili tracce, sbiadite dal tempo o volutamente sotterrate per la semplice appartenenza al “gentil sesso”. Sono le donne di Palermo, le Donne che adesso finalmente avranno un volto.

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