Qui a deux maisons perd sa raison

31 agosto 2012 di: Elena Ciofalo

“Chi ha due case perde il senno” è il proverbio che ispira Le notti di luna piena, uno dei film di Eric Rohmer, parte del ciclo Commedie e proverbi.

Sempre più spesso conosco la tangibile influenza nella mia vita di quest’affermazione popolare.

Tanti motivi che irrompono in modo più o meno consapevole nel nostro cammino possono portarci a cambiare casa, il cui concetto viene riformulato, privato di alcuni significati per assumerne altri. Tanti motivi modificano il portato semantico della parola “casa”, insomma.

Vivo, cresco e m’innamoro di Palermo, assaporo l’indipendenza a Torino, proietto un breve lasso della mia vita a Parigi. Città grandi e fantastiche di cui innamorarsi, in cui perdersi, in cui riconoscersi.

E, inevitabilmente, mi chiedo: cos’è “Casa Mia”? Mai concetto fu più sfuggente.

Estendersi nello spazio significa perdersi? O trovarsi?

Il portato, sebbene vago e fumoso, di queste riflessioni è forse un passaggio fondamentale nella crescita e nell’affermazione di se stessi. Andare, tornare: quando il “gradevole rientro” e il “piacevole soggiorno”, augurati alla fine di ogni viaggio aereo, si confondono, non resta che chiedermi: dove sono io? Dove è “Io”?

Dove trovo Me Stessa in quest’ipertrofia di spazi e tempi che pervade la mia vita da un anno?

Ed eccolo, il mutamento semantico del concetto di “Casa Mia”. Casa Mia sono Io. In questo turbine di nuovi luoghi in cui sperimentare il calore della famiglia in un posto, la fierezza dell’indipendenza in un altro, la paura del cambiamento in un altro ancora, l’unico Luogo dove mi sento a casa e in me stessa. E nelle esperienze, e nelle persone che amo, che mi formano e compongono le mie mura, le mie fondamenta, paradossalmente ora più che mai ferme, in questo periodo di voli nazionali e internazionali.

Casa Mia sono Io.

1 commento su questo articolo:

  1. Rosanna Pirajno scrive:

    bella riflessione sulla identità multipla a cui alcune di voi giovani siete “costrette” dagli eventi, ma in fondo credo che la strada più corretta per non perdersi sia quella che hai sperimentata tu, riconoscendo la pienezza del sé in ogni luogo e in ogni circostanza. Buona fortuna, Elena cara.

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