un pensiero per Renato Nicolini

4 agosto 2012 di: Rosanna Pirajno

E’ morto Renato Nicolini. La rete è inondata di commenti stupefatti e addolorati per la scomparsa di un personaggio che ha fatto storia inventandosi, da architetto prestato alla politica, un modo di fare cultura senza spocchia, da uomo di sinistra che conosceva il valore della partecipazione “dal basso” per sentirsi ed essere cives, cittadino di una città cresciuta a dismisura e perciò inevitabilmente frazionata in zone “alte” e zone “basse”, tra un centro mirabilia urbis e periferie degradate e dimenticate dalla politica. E infatti, come scrive Simona Casalini su repubblica.it, «lo piange tutta quella certa Roma che fu rossa, onesta e sognatrice. E voleva anche divertirsi un po’», divertirsi con le scintillanti invenzioni della sua Estate Romana andata in onda a partire dal 1977, lui Assessore alla Cultura di quell’altro “irregolare” che fu il sindaco Giulio Carlo Argan, e proseguita fino al 1985 con altri due sindaci di centrosinistra, Luigi Petroselli e Ugo Vetere.

Tempi d’oro della sinistra, che sapeva governare con competenza e immaginazione perché sapeva “allevare” tra le sue fila individui di talento, appunto preparati onesti e sognatori, che all’occorrenza chiamava ad assumere responsabilità di governo con i risultati che, specie di questi tempi di prevalenza del cretino e disonesto, inutilmente e sconsolatamente rimpiangiamo.

Renato Nicolini, come ha sottolineato uno dei suoi cinque figli annunciandone la fine a soli 70 anni, ha concluso la sua carriera di assessore a Roma e pure nella Napoli di Bassolino, e poi di deputato del Pci e del Pds, senza più alcun ruolo pubblico nel partito in cui militava. Nella politica dei mediocri, non c’era più posto per la sua bella intelligenza.

Lo ricordiamo con stima e affetto anche per il suo ruolo di docente universitario brillante e stimolante, con un fugace passaggio anche presso la Facoltà di Architettura di Palermo.

2 commenti su questo articolo:

  1. Clara e Gabriele scrive:

    L’ultima volta che l’abbiamo visto è stato ad aprile al Teatro Argentina di Roma. Asssisteva all’ultima parte della trilogia “Utopia” che aveva come titolo “Salvataggio”. La testa bianca di capelli ondeggianti e scomposti, il sorriso aperto e cordiale, una avvenenza sfiorita portata con dignità, in prima fila come sempre nella sua vita. Renato Nicolini era l’uomo che ha salvato, reinventandola, la cultura a Roma nel periodo estivo e non solo, che ha dato uno scossone ad una città sonnacchiosa e chiusa per ferie, che ci ha permesso di divertirci senza sentirci in colpa, che ha creato un modello di politica culturale. In questa estate romana, non ricchissima di eventi ma ancora stimolante, chi è rimaso in città come noi ti ringrazia e ti ricorda con affetto.

  2. Silvana scrive:

    “tempi d’oro della sinistra, che sapeva governare con competenza e immaginazione perché sapeva “allevare” tra le sue fila individui di talento, appunto preparati onesti e sognatori, che all’occorrenza chiamava ad assumere responsabilità di governo con i risultati che, specie di questi tempi di prevalenza del cretino e disonesto, inutilmente e sconsolatamente rimpiangiamo.” Basta questa frase per dire tutto brava Rosanna!

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