in Sicilia si riaprono le urne, e i soliti politici ci riprovano

25 settembre 2012 di: Fortunata Pace

Ci riprovano. Tutti. Si sono insultati tra loro e sono costantemente insultati da chi dichiara di averne fin sopra i capelli. Tanto da attaccarsi a Grillo che non propone alcuna alternativa concreta, ma con l’urlo forte di piazza e la pericolosa forza on line, attacca alle radici ogni nostra residua speranza di democrazia.

Intanto la Sicilia apre per l’ennesima volta le urne. E il voto risolve a primo colpo, senza ballottaggi di sorta. E come si governerà, come si formerà una maggioranza se da destra e sinistra ci sono – si fa così per dire – due nomi grossi a testa, a parte altri? Dunque si parla di indispensabili accordi che magari porterebbero Crocetta a diventare presidente della Regione e Miccichè della relativa Assemblea dell’Ars, ottenendo così un mucchietto di onorevoli sufficienti a governare, in un modo così coerente, lineare che, forse in salsa siciliana, aprirebbe le porte a successive indegnità nazionali. Povero elettore di sinistra, costretto con la forza a rimanersene a casa con la scheda in mano per non dover dire “io c’ero”. Addirittura pensa che se dovesse farcela Musumeci, con Storace alle spalle, una vecchia connotazione almeno ci sarebbe, e tanti saluti! Ma intanto la Sicilia resta in ginocchio e continua a mostrare le sue piaghe: la gente di Messina e del suo territorio senza mezzi di trasporto e senza gli indispensabili collegamenti, Melilli con un gasdotto gettato alle ortiche da una Shell che da sette anni attende un passaggio burocratico che la Regione non ha permesso e perfezionato, quartieri di grandi città messi a rischio da occupazioni pesanti e incontrollate all’interno di monumentali edifici incompiuti e abbandonati. Ma davvero, a proposito di incompiute, nessuna istituzione, a nessun livello, si propone un censimento e si pone i doverosi interrogativi? Si sa che questa dei grandi finanziamenti, dati senza criteri e finalità autentiche, non costituisce una macchia nera di stampo soltanto siciliano, ma la Sicilia non è seconda a casi che in altre regioni d’Italia sono stati ampiamente segnalati dalla sagacia di Striscia la notizia. Ma se così è, a che serve l’informazione e a chi serve l’informazione? Non certamente ai politici. E forse neppure a noi, a quelli che hanno le mani pulite. Servirà a qualcuno, aver toccato con mano lo scandalo della Regione Lazio, la più esposta di tante sorelle che vanno da nord a sud? Non serve al governo Monti, che potrebbe attrezzarsi e recuperare una gran quantità di denaro e fare dormire la notte tutti gli italiani per bene, che dinnanzi alle confessioni sparate a Porta a Porta si sono chiesti: “come può esistere che un lavoratore rischi la fame, e salga sui tetti con la stanchezza dei suoi anni di lavoro, e un anonimo consigliere provinciale, che non ha alcun credito presso la società tutta, si goda quattrini a palate?”

Rivolete la poltrona, onorevoli di sempre? Se il giocattolo si rompe, diminuiranno stipendi, prebende e privilegi e forse non sareste più voi a giocare. La palla passerebbe a chi, senza aureole di alcun tipo, ma con sufficiente onestà, con competenza, coraggio, e autentica volontà di migliorare una Sicilia che merita, si offrisse al “sacrificio” di governare.

1 commento su questo articolo:

  1. ornella papitto scrive:

    Politica come “servizio”. Ma i politici di tutte le fazioni hanno chiaro il concetto? Oppure hanno semplicemente aggiunto “a mio” servizio?

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