la moglie schiava, prima ci sta poi si ribella
Sia al Tg Regionale, che sul “Gazzettino di Padova” il 28 agosto compare la notizia che una commessa 31enne e un barista 41enne nel 2004 avevano stipulato un insolito contratto prematrimoniale che condannava la donna alla schiavitù.
Articolo 1: “La schiava accetta di obbedire al meglio delle sue possibilità, di concedere se stessa a soddisfare ed esaudire i desideri del suo Padrone. La schiava rinuncia al suo diritto di godimento, piacere, comfort e gratificazione eccetto quello concesso dal proprio Padrone”. Articolo 2: “Il Padrone è responsabile della schiava, questo include la sopravvivenza, la salute e il benessere psico-fisico”.
A quanto pare il testo, ora in mano ai giudici, prevede 10 articoli ed è stato rispettato fino ad un anno fa, quando la donna si è ribellata e, dopo aver cacciato di casa il marito, si è rivolta alla polizia in seguito alle minacce di lui che si appellava al contratto, firmato consensualmente e a tempo indeterminato. I due strani coniugi, di cui non viene rivelata l’identità, sono presumibilmente di nazionalità italiana e ciò sicuramente fa riflettere circa la condizione della donna nel nostro paese: è mai possibile che per tutti questi anni la donna trovasse normale chiamare il proprio marito “signore” e che nessun conoscente o parente si sia accorto di niente?
E poi, come mai a notizie su vecchiette rapinate, o a liti mortali tra adolescenti si da più spazio che ad atroci, quotidiane violenze commesse sulle donne? In casi del genere anche il silenzio omertoso è violenza.
non farei di questa una notizia internazionale, pazzi masochisti ci sono sempre stati e a tutte le latitudini!
Più che altro deve trattarsi di un caso di ordinaria follia…!
Purtroppo penso che questa sia la punta di un iceberg che mi piacerebbe vedere sgretolarsi davanti ai nostri occhi: fino a
qualche anno fa i rapporti sado-maso pareva fossero di moda, specie negli ambienti più chic.