sex and the city per Vendola e Crocetta
«Ho 54 anni e voglio sposarmi con il mio compagno» ha esordito Nichi Vendola nei giorni scorsi, scuotendo la festa Pd di Reggio Emilia. Quale location più adatta a rilanciare la grande questione dei diritti delle coppie gay? Il leader di Sel non sembra avere scelto a caso questa piazza per il suo appello, indirizzato alla chiesa ed allo stato italiano dai microfoni del principale partito d’opposizione. Le sue parole non possono però non rievocare le recenti esternazioni di Rosario Crocetta, ex sindaco di Gela e dirigente Pd in corsa per Palazzo d’Orléans.
Alcuni giorni addietro, Crocetta aveva infatti dichiarato alla stampa che avrebbe rinunciato al sesso per sposarsi con i siciliani tutti e che lo avrebbe fatto nel caso in cui fosse stato eletto presidente della Regione Sicilia. «Guidare la cosa pubblica è come entrare in un convento» aveva infine aggiunto «e non ho neanche più l’età per certe scorribande». Le differenze che esistono tra le due dichiarazioni coincidono con le distinzioni tra una lotta politica che parte dal quotidiano ed uno sterile gossip che nulla produce, se non un banale successo di cronaca.
Vendola parte dai limiti che investono la sua vita privata per lanciare una richiesta politica precisa, dedicata a tutte le persone che avvertono la durezza culturale e giuridica manifestata dagli apparati e dalle maggioranze del Bel Paese nei confronti delle esperienze d’amore fra individui dello stesso sesso. “Il personale è politico” è del resto lo slogan coniato dalle femministe negli anni settanta, per ribadire lo stretto legame esistente fra vissuto e lotte politiche. Il leader di Sel, rappresentativo di quella sinistra che ha fatto proprio lo slogan, si pone quindi alla testa di una delle più importanti rivendicazioni in tema di diritti civili, partendo dalla propria esperienza di vita.
Crocetta non sembra avanzare, in tal senso, pretesa alcuna, dimostrando, invece, di condividere la morale di facciata predicata da quell’Udc con il quale è oggi alleato. Il suo “rinuncio al sesso” è infatti profondamente autoreferenziale. Riguarda soltanto lui. Lui e basta.
E se si parlasse finalmente di politica?
Caro Paolo, tutto è politica sia l’articolo incisivo della Geraci che apprezzava Vendola nelle sue manifestazioni, sia la scelta delle fotografie in cui un Crocetta viene visto come urlatore nei comizi dunque nella sua funzione di politico, mentre Vendola ironicamente nudo. L’articolo cara Marcella è ottimo!
Però che bello Vendola!
Ecco, la scelta delle fotografie aveva un recondito intento, un poco ironico un poco ammiccante, che sono lieta sia stato colto da lettori e lettrici: Vendola è un bell’uomo, si può permettere di posare nudo e sfidare le convenzioni, senza nulla togliere al suo talento; Crocetta esprime il suo nella foga oratoria. Tutto qui, grazie dei commenti.
Grazie a tutti gli intervenuti per i commenti ed anche per le obiezioni. Secondo me, la questione cruciale rimane quella del rapporto tra la politica e la vita. Vendola parte dalla sua quotidianità e trasforma un desiderio privato in una rivendicazione politica, rappresentativa delle istanze manifestate da quanti vivono la stessa condizione di gay senza diritti. Un desiderio personale fornisce allora l’occasione per rinvigorire una battaglia, tra le più importanti, per i diritti civili.
Vendola fa inoltre un regalo a quanti, pur non essendo gay, vivono in un paese fa fatica a riconoscere altre forme di esperienza amorosa e sessuale che non siano legate a schemi ufficiali quanto vecchi. Rivendicare il diritto di uno ad essere diverso significa, in fondo, riconoscere il diritto di esistere a tutte quelle diversità compatibili con i principi generali di rispetto degli esseri umani.
Crocetta è invece, a mio avviso, rappresentativo di un male che, ormai da tempo, affligge la sinistra italiana. Si tratta del crescente scollamento tra le posizioni espresse in ambito politico ed istituzionale e l’esistenza reale delle persone. La sua dichiarazione sul sesso non ha giovato a nessuno ed è invece apparsa come una gentile concessione ad una vecchia idea di morale che, certo, non appartiene alla sinistra.
Cara Marcella,
non credi che questi tuoi ultimi giudizi siano determinati da una tua ben precisa, e precedente, scelta politica-elettorale?
Da semplice cittadina, quanto mi può interessare il ‘proclama sull’astinenza’ del candidato Crocetta? Ma che centra il sesso con la politica? Siamo ancora in piena era berlusconiana delle “esternazioni”? Abbiamo bisogno di ben altro! Nel deserto delle idee e nella confusione delle azioni, tali affermazioni non fanno bene alla politica. Un mediocre biglietto da visita. Oltretutto poco credibile. Come inizio non c’è male….
Penso che le posizioni politiche stabilite in precedenza siano alla base di ogni nostro intervento, sul giornale e non. Non ho scritto però questo articolo pensando alla corsa per Palazzo d’Orleans, anche se lo scontro esiste ed ha nomi e cognomi. Ogni parola o riga che chiunque scriverà su Crocetta o Fava nei giorni a venire, non potrà rimanere fuori dal dibattito che attualmente scuote lo scenario politico siciliano e del centro sinistra in particolare.
La questione focalizzata dal mio pezzo è però ben più antica e grave di qualsiasi contingenza elettorale e riguarda il centro sinistra tutto. E’ la questione che riguarda lo scollamento tra la politica dei palazzi e la vita delle persone, che ha permesso a movimenti populisti di ogni tipo di ergersi sulle rovine dei partiti.
Secondo me, parlare di sesso si può e si deve, solo se questo parlare conduca a sostenere rivendicazioni precise o a farsi portatori di istanze che vadano oltre la propria ristrettissima vita privata. Molte azioni quotidiane e il nostro stesso essere nel mondo implicano scelte di campo precise. In ogni caso, mi auguro che il dibattito sullo scollamento tra la politica praticata e la vita delle persone continui anche oltre le prossime scadenze elettorali e che il nostro giornale si faccia promotore di un dibattito necessario quanto appassionante.
Quello che ha scritto la Geraci lo condivido in pieno. La penso come lei, la differenza tra Crocetta e Vendola è la stessa che passa tra il pessimo gusto e il buon gusto (per dirla in modo semplice). La dichiarazione di Crocetta è solo patetica e sicuramente ha voluto accattivarsi le grazie di quella parte dell’UDC moralista e convenzionale. Vendola dimostra coerenza e determinazione nelle affermazioni e rivendicazioni che partendo dal “personale” toccano la politica, quella vera, quella che non nega le differenze di orientamento sessuale mettendo la testa nella sabbia, ma quella che combatte per i diritti civili e per le coppie gay. Essere del PD non vuol dire difendere le decisioni del partito tout court ma essere anche critici nei confronti di certe scelte e scellerate alleanze. L’UDC non è dalla parte delle differenza sessuali perché le osteggia e Casini è la massima espressione del cattolicesimo ipocrita e conservatore, portavoce del Vaticano e del Clero tutto. Un’alleanza, PD UDC, che nelle premesse storiche di entrambi i partiti doveva essere impossibile eppure, pur di farcela “il fine giustifica i mezzi”. Vorrei dire anche alla signora Mafai che le precedenti scelte politiche non hanno nulla a che fare con la critica e le perplessità della gente di sinistra che rifletterà bene prima di mettere la “crocetta” sulla scheda elettorale.