Un coraggio familiare

22 settembre 2012 di: Marianna Marino

Ogni film realizzato dai Pixar Animation Studios viene accolto da un lunghissimo tappeto rosso di risonanza mediatica e commerciale, specialmente da quando la casa di produzione è stata acquistata dalla Walt Disney Company (nel 2006). E ovviamente è anche il caso di Ribelle o, per meglio dire, The Brave – titolo che rende in maniera più efficace le tematiche del film. L’audacia su cui esso verte, infatti, non si limita alle singole vicende attraversate dai personaggi, ma più precisamente indica i tratti fondamentali delle due figure centrali: la compostissima regina Elinor e la sua quasi ingestibile figlia Merida. Il coraggio di essere madre, il coraggio di essere figlia (perché non è meno impegnativo!). Al di là del fatto che il film sia molto più disneyano e buonista rispetto ai precedenti e che la comicità sia più superficiale e senza sfumature (come gran parte degli altri personaggi – secondo la “solidità” delle narrazioni disneyane che preferiscono sane dicotomie a un’ambigua complessità), la trama di The Brave propone interessanti capovolgimenti nel rapporto tra madre e figlia. Dal prologo sull’infanzia da figlia unica di Merida, legata strettamente a una madre-rifugio, si passa all’adolescenza “ribelle” come la sua lunga chioma rossa, in cui prevale il rifiuto per ogni tentativo educativo della madre e, infine, alla nemesi didattica di Elinor, cui la figlia tenta di far riapprendere al contempo libertà e animalità. È naturale che la relazione/scambio tra le due sia destinata a risanarsi, ma il conflitto che ha creato lo “squarcio” è sicuramente più interessante di qualsiasi lieto fine.

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