della polvere o della Polverini

10 ottobre 2012 di: Clara Margani

Un’amica palermitana, all’indomani dell’elezione di Renata Polverini a capo della Regione Lazio, mi disse con aristocratico disprezzo che la governatrice le sembrava ‘una donna delle pulizie’. Delusa dal risultato elettorale, allora accolsi la definizione con un sorriso amaro e qualche perplessità, ma alla luce di quanto è accaduto mi sono ricreduta e devo confessare che la mia amica aveva espresso un giudizio lungimirante. Infatti l’ultima frase della governatrice, prima di abbandonare la sede della regione, ben stampata su un manifesto postumo affisso in tutta la città è stata: “Adesso facciamo pulizia”. Lodevole proposito, ma postumo ahimè, perché forse le pulizie dovevano esser fatte prima di chiudere la porta. Polverini dunque ha alzato un polverone dopo averlo occultato per molto tempo sotto il tappeto dell’aula “consiliare”, salotto buono di casa Lazio. Di solito è difficile che chi produce incautamente sporcizia più di quella che possa eliminare senza che nessuno se ne accorga, abbia la capacità di assumersi la responsabilità di eliminarla, ma Polverini ha dichiarato di volerlo fare.

A questo punto della situazione sembra necessaria una chiarificazione di tipo lessicale. Chi assume una carica su mandato degli elettori diventa un servitore, nel caso di Polverini una ’servitrice’ o ’servitora’, dello Stato, e si dedica con devozione e fedeltà a servire gli interessi dei cittadini, sulla base di un mansionario ben strutturato che si impegna a rispettare nel corso del suo mandato. Polverini sembra non aver ottemperato a quanto pattuito all’atto della sua assunzione, pardon elezione, e di volerlo fare frettolosamente e in maniera poco rispettosa nei confronti di chi ha avuto fiducia in lei e anche di chi non l’ha avuta.

A questo punto non sarebbe male, dato che ci siamo affidati ad un governo “tecnico” a livello nazionale, affidare anche quello della regione Lazio a dei tecnici, professionali ed esperti, come possono essere gli addetti di un’impresa di pulizie, visto che la sporcizia da eliminare è davvero tanta.

13 commenti su questo articolo:

  1. marina scrive:

    Voglio sperare che la frase della signora palermitana fosse solo un gioco di parole, di pessimo gusto, iin riferimento al cognome della governatrice.
    In effetti, le “donne delle pulizie” hanno il rispettabilissmo compito di eliminare la sporcizia e reperire i punti di maggiore accumulazione, senza aspettare la visita degli ospiti per mettersi al lavoro. La signora Polverini non ha dunque diritto alla gratitudine che meritano le persone che con il loro lavoro silenzioso, spesso ingrato, ci permettono di vivere in un ambiente pulito e sano.

    Purtroppo, però, ci stiamo rendendo conto che anche altri governatori, dai cognomi meno evocatori, hanno preferito sollevare il tappeto.

    E intanto ci stiamo abituando a tutto. Non soffriamo neanche più crisi d’asma. Siamo desensibilizzati alla polvere.

  2. Lucia scrive:

    Io non credo,gentile Marina,che la signora palermitana ,così priva di bon ton, abbia voluto riferirsi al cognome della Polverini……..Ma forse non è importante .Della battuta se n’è servita invece egregiamente, Clara per il suo articolo dove c’è tutto quello che c’era da dire. In quanto alla signora Polverini,,non mi fido delle sue pulizie perchè, se ha scoperto solo oggi ,dove si trova il ripostiglio delle scope, è bene che ci si chiuda dentro in rispettoso silenzio.

  3. Adele scrive:

    nel deprecare quanto ha fatto e non fatto la polverini sarebbe a dir poco onesto non scambiare fischi per fiaschi. Le donne che fanno le colf non vanno tirate in causa. Non hanno niente da spartire con la corruzione e sarebbe ora di smetterla di definire in modo dispregiativo le “donne di pulizia” accostando la loro faccia a quella della governatrice ladrona o ad atre! forse le donne di pulizia hanno una faccia che si distigue perché fanno un lavoro per definizione “umile”? L’articolo perde tutto il suo valore solo per aver riportato questa frase, Continuando a parlare e a scrivere per luoghi comuni non si va da nessuna parte.

    • Clara Margani scrive:

      Cara Adele.
      il mio articolo aveva proprio lo scopo, oltre che di giocare sulle parole polvere/Polverini, di utilizzare luoghi comuni e frasi stereotipate per denunciare il tragico degrado della politica nella Regione Lazio. Volevo riflettere sul fatto che, quando si è
      ’servitori’ o ’servitrici’ dello Stato bisogna saper fare bene il proprio lavoro, vigilando che non si crei sporcizia e, se si crea, eliminarla professionalmente, come fanno in maniera meritoria i lavoratori e le lavoratrici addette alle pulizie, il cui intervento tecnico auspico alla fine dell’articolo.

  4. “Delusa dal risultato elettorale, allora accolsi la definizione con un sorriso amaro e qualche perplessità, ma alla luce di quanto è accaduto mi sono ricreduta e devo confessare che la mia amica aveva espresso un giudizio lungimirante.

    Questa frase da sola si commenta. Non solo la donna palermitana ma anche l’autrice dell’articolo, dotata di lungimiranza, aderisce alla definizione che la polverini avesse la faccia di “donna delle pulizie” e dunque dovesse essere corrotta e corruttibile ecc..! Bene!. C’è solo da indignarsi, non solo con la polverini, ma anche con la lungimiranza della Margani….complimenti

    • Clara Margani scrive:

      Gentile Donna delle pulizie,
      mi dispiace che la mia reazione alla frase della mia amica su Renata Polverini sia stata equivocata. Io avevo un sorriso amaro perchè ero delusa del risultato elettorale, dato che non ero certo una sua elettrice, ed esprimevo delle perplessità sull’espressione usata dalla mia amica. Il valore di lungimiranza, da me attribuito al giudizio, dipende dalla frase che è in calce al manifesto, la cui foto è usata per illustrare l’articolo, e che non si vede ma che io ho riportato nel testo. La governatrice dichiara:”Adesso facciamo pulizia”. In più vorrei sottolineare chealla fine dell’articolo dichiaro la necessità di un intervento di esperti delle pulizie, evidenziando così il mio personale apprezzamento per il loro lavoro e la loro professionalità.

  5. gemma scrive:

    la metafora è una forma retorica che consiste nel trasportare un vocabolo dal senso proprio al figurato, per ragione di somiglianza; è una similitudine più breve ed efficace……a volte, cercare di parlare in modo chiaro ed esplicito è sconveniente se si vogliono mascherare magagne, imperfezioni, inettitudini nella amministrazione di un bene pubblico.
    Far pulizia vuol dire sgombrare, fare ordine, liberare dallo sporco ma bisogna averne la giusta percezione….c’è tanta gente che ci convive e crede che sia normale. il criterio estetico, si sa, è soggettivo…

  6. maria scrive:

    Polvere o non polvere la brava governatrice col suo faccione ha tappezzato Roma al grido
    “Questa gente la mando a casa io ”
    “Questo è un consiglio di ladri”
    Questa gente va in galera perchè ha saccheggiato il Lazio
    Andiamo al voto al più presto così la Polverini si può ………riposare

  7. Patrizia Masini scrive:

    Sono d’accordo con Gemma e assumo la piena difesa di Clara: in modo garbato, giocando con le parole, usando sagacemente la metafora, è riuscita a rendere con chiarezza la situazione in tutta la sua drammatica contraddittorietà. Ogni lavoro è di per sè Onorevole, ma spesso gli Onorevoli non hanno alcun rispetto del lavoro, per questo motivo la sporcizia riesce a depositarsi con tanta facilità. Vorrei solo ricordare lo scandalo dei 14 euro per ricetta pagati dai contribuenti del Lazio e l’esosità dell’addizionale regionale IRPEF imposta ai lavoratori dipendenti. Mi indigna pensare di aver finanziato indegni festini e contribuito al pagamento del mutuo di appartamenti di lusso. E per il futuro cosa dobbiamo aspettarci?

  8. Maruzza scrive:

    chi ha assunto la “difesa” della Margani non ha saputo capire che la persona offesa o da difendere non era certamente la Margani, ma la “donna delle pulizie” ….penso che perfino la stessa margani l’abbia capito, ma gemma e masini no!
    pertanto, senza dover difendere la margani perchè non è stata offesa da nessuno, mi schiero dalla parte delle “donne di pulizia” non certo per difenderle, perché non ne hanno bisogno, bensì per dire che bisogna stare attenti a quel che si scrive per evitare di fare accostamenti infelicissimi come quello, suo malgrado, fatto dalla margani. Abbandonare gli stereotipi e i luoghi comuni dovrebbe essere il primo proposito di chi scrive-

  9. Alessandra scrive:

    quando si parla della polverini mi indigno e mi indigna la corruzione che ogni giorno viene alla luce da tante parti. Però dispiace anche a me che per parlare della polverini si sia fatto ricorso alla “similitudine” : “faccia di polverini=faccia di donna delle pulizie” (la garbata metafora forse è un’altra cosa).
    Sono perciò d’accordo con coloro che hanno espresso il proprio disappunto su questo. Certe frasi fanno parte di un bagaglio linguistico di cui disfarsi.

  10. Clara Margani scrive:

    Volevo ribadire nuovamente, rispondendo a quanto detto da Maruzza ed Alessandra nei loro interventi, che io non ho voluto definire Polverini “una donna delle pulizie” con l’intento di disprezzare entrambe, ma con lo scopo di sottolinere che la governatrice, a mio avviso, non ha saputo fare il suo lavoro di ’servitrice dello Stato’, di ‘donna delle pulizie statale’, che tra gli altri suoi compiti ha quello di eliminare la ’sporcizia/corruzione’, come invece sanno fare egregiamente le vere donne delle pulizie. L’accostamento da me fatto sottolinea dunque la mia stima nei confronti di chi, come le donne delle pulizie, sa far bene il proprio mestiere rispetto a chi non lo sa fare. Questo per quanto riguarda il contenuto del mio articolo. Passando invece ad esaminare lo stile, io credo, contrariamente a Maruzza ed Alessandra, che bisogna ricorrere senza remore al nostro bagaglio linguistico per sfatare, usandoli in maniera provocatoria, i luoghi comuni e gli stereotipi sociali in esso contenuti.

  11. donna di casa scrive:

    Che cosa mi sono persa! Dissertazioni di lana caprina su chi si debba sentire più offeso: Clara? La Polverini? L’amica di Palermo o piuttosto le donne delle pulizie??? Batti e ribatti, commenti e precisazioni tra chi si indigna e si offende a sua volta e chi invece cerca inutilmente di rettificare, spiegare e spianare. Mi ci metto dentro anch’io come donna di casa: mi sembra tutto un lavorio di taglia e cuci e poi un tentativo da parte di qualcuna di rimettere a posto l’ immane disordine prodotto solo da una folata di vento (non parlo di polverone per evitare altre polemiche). Devo forse correre in cucina a preparare alla svelta una tisana per gli improvvisi mal di pancia prodotti dall’articolo, oppure una bella camomilla rilassante per chi ha troppo i nervi a fior di pelle? Non entro nel merito della questione, vecchia ormai di almeno 4 mesi, ma se questo mio intervento verrà letto da qualcuna il mio invito è quello di essere un tantino più sagge e ragionevoli. Mi viene da pensare tanto ai polli di Renzo nei Promessi Sposi che dentro la gabbia si beccavano tra di loro…invece di pensare che a breve gli sarebbe stato tirato il collo. Ho molta stima delle donne, ma questa volta il confronto mi pare sia sceso proprio a terra.

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