Gente di qualità

14 ottobre 2012 di: Ricerca fotografica-testo di Mariachiara Di Trapani

“What if…” In questa serie  un uomo viene coperto dagli strati di vestiti che appartengono alla donna che gli è a fianco. Questa è l’ immagine finale in cui la donna appare alleggerita dall’abbigliamento imposto dall’estremismo fondamentalista. © Boushra Almutawakel

Boushra Y. Almutawakel è la “ prima” fotografa donna yemenita.

Il suo percorso artistico esplora con sagacia la condizione femminile nella società contemporanea. Una critica ambivalente pervade e contraddistingue la sua ricerca volta ad indagare e suscitare riflessioni su stereotipi e tabù legati all’ identità femminile tra Oriente ed Occidente.

Boushra Y. Almutawakel crea sequenze d’immagini scandite da ironia, in cui si alternano figure ritratte in pose essenziali e composte.  In “Fulla, the Islamic Barbie doll” mostra storie di donne attraverso una  Barbie , in “ Disparition” racconta la scomparsa dell’ identità di mamma e figlia nella progressiva vestizione del burqua  mentre il protagonista di  “What if…” è un uomo che scatto dopo scatto viene coperto dagli strati di vestiti che appartengono alla donna che gli è a fianco e che si ritrova nell’ immagine finale alleggerita dall’abbigliamento imposto dall’estremismo fondamentalista.

Non mancano nell’ opera di Boushra Y. Almutawakel paralleli e similitudini tra le aspettative sociali imposte in Oriente alle donne per “oscurare” la loro individualità e il modo in cui la donna occidentale si ritrova a nascondere se stessa dietro strati di make-up.

Boushra Y. Almutawakel (Sana’a 1969) inizia a fotografare e lavorare come fotogiornalista mentre  studia  all’ International Business University di Washington DC.  Al suo ritorno in Yemen nel 1994, affianca al lavoro di educatrice impegnata in diritti umani, la realizzazione di progetti fotografici. Nel 1996 è tra i fondatori di Al-Halaqa, collettivo di Sana’a attivo nell’organizzazione di mostre, conferenze e scambi con artisti del panorama internazionale.

Oggi vive e lavora a Sana’a con suo marito e le sue quattro figlie.

Le sue immagini oggi  partecipano a collettive nei musei e negli istituti di cultura in giro per il mondo.

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