il bambino conteso, l’amore e la giustizia

12 ottobre 2012 di: Ornella Papitto

È sconvolgente assistere alle urla di un bambino rapito dalle forze dell’ordine. È stata un’azione di forza, un’aggressione tanto violenta quanto stupida. La polizia di stato (tutto in minuscolo) ha messo in atto un Trattamento Sanitario Obbligatorio nei riguardi di un bambino di dieci anni, piccolo, indifeso, debole, come fosse una “persona pericolosa per sé e per gli altri”. Dovevano eseguire il mandato del magistrato, senza neanche la presenza di un’assistente sociale, perché al suo posto bastava il padre che stava reclamando la patria potestà. L’unica figura femminile, una poliziotta che si permette di dire alla zia disperata che non è nessuno! Ma hanno sbattuto la testa? Hanno perso il senso della misura. Avevano l’aria di chi deve eseguire un ordine, senza battere ciglio, senza entrare né nel merito e tantomeno attenti al metodo. Il padre che rivendica la forza dell’amore, ma abbiamo assistito solo ad un amore preso con la forza. Un brutto mestiere, quello di chi ha deciso di non potere dire no, di non avere proprie idee e propri sentimenti. Non sono uomini, non sono donne, sono mostruosità. In base al racconto il bambino non andrà con suo padre, ma dovrà trascorrere un anno in una casa famiglia! Rapito per essere depositato in un limbo degli affetti, lontano dalla madre e soprattutto dalla zia, che urlava la sua rabbia e la sua indignazione, con tutte le sue forze. Lei si che lo può proteggere, che lo può difendere. Quel bambino ha una persona che lo ama, veramente e profondamente. Lo ha mostrato al mondo intero. Il magistrato della sentenza, capirà? si illuminerà? La forza con l’amore non ha niente in comune. Il diritto, a volte, non ha niente in comune con la giustizia. Coraggio bambino, siamo tutti con te.

(fotogramma tratto dal video trasmesso dalla trasmissione di Rai3, Chi l’ha visto?)

1 commento su questo articolo:

  1. Donatella scrive:

    orrore per questo episodio violento voluto dalla “giustizia”. Vergogna vergogna! Che si dimetta questo magistrato e che si dimettano in massa questi poliziotti esecutori e violentatori di anime e di corpi di bambini! Che il padre padrone si metta in disparte e capisca il male che ha fatto, il trauma irrisolvibie che ha preparato con cura per suo figlio servendosi delle leggi che come avvocato conosce e che ha saputo manipolare facendo passare la sua ex moglie per “malata mentale” , con un magistrato obnubilato e incapace di valutare danni e senza saperli prevenire. Vergogna per tutti coloro che hanno permesso che questa ignominia accadesse.

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