il rigore di Grilli non è fiorito

4 ottobre 2012 di: Fortunata Pace

Non c’è crescita senza rigore, dice il ministro Grilli e molti di coloro che hanno, oggi, temporaneamente (o no?) il timone, fanno eco. Certo il rigore ci vuole, e non solo ai fini della crescita, ma per affiancare l’impegno e la dedizione politica di chi governa. E al rigore che chiede ai cittadini – che pagano tasse salate pur nell’esiguità dei propri redditi, e per di più vedono ridimensionati i servizi cui hanno diritto, persino i più essenziali, deve, senza eccezioni di sorta, esser evidente il prestigio, la competenza, l’impegno di chi governa. Non si può più far finta di nulla, coprendo con una serie di non troppo utili dibattiti la tempesta di vergogna che ci travolge a riguardo della funzione e gestione pubblica. Si parla di elezioni, mentre un tal Fiorito va in galera ridendoci in faccia dai teleschermi e annunciando una sua prossima ricandidatura, mentre impazza il gioco del “chi è migliore ha la rogna” e mentre alle immagini di pensionati che si trascinano in giro a stento con una borsa-spesa al minimo se c’è, e operai e lavoratori allo sbando, arrampicati per protesta sui tetti e riversati con cartelli di tutta chiarezza sulle piazze, non si può, senza farci capire prima come si vuole procedere per rovesciare tutto questo, aprire le urne!!! Il rischio è per chi vuol fare – perché sappiamo tutti che le eccezioni ci sono – una politica, non diciamo onesta ma vera perché la vera politica è onesta, pur nelle sue vicissitudini di percorso e nei suoi fatali compromessi e che l’elettore si allontani sempre più dal suo diritto di scegliere.

Lazio, Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Sicilia e quanti altri ancora hanno sperperato denaro in quantità per i più svariabili usi personali? Ora è palese, lo scandalo c’è, i conti parlano chiaro e la Corte dei Conti non può esser cieca né lo sarà la magistratura. Ma chi sta rivedendo le leggi inique che proteggono e salvaguardano i banditi della cosa-casa pubblica? Continueranno ad essere ladri autorizzati a manovrare una quantità di denaro tale da poter salvare aziende in crisi, se fosse bene utilizzata, e restituire a chi è diventato “povero” ciò che è stato tolto?

Mettiamoci d’accordo sul senso della parola rigore, sulla direzione che deve prendere, sul suo contenuto. Rileggiamo i principi fondamentali della Costituzione. O il diritto scompare, come rischia di scomparire la democrazia.

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