la vicenda umana di Eluana nel film di Bellocchio

2 ottobre 2012 di: Marcella Geraci

La “Bella addormentata” non può non far rumore quando il suo sonno scuote le coscienze e divide l’intero paese. Con un titolo che evoca la celeberrima fiaba di Charles Perrault, il film di Marco Bellocchio ripercorre infatti le ultime settimane di vita di Eluana Englaro, e l’acceso dibattito che la drammatica condizione di stato vegetativo della donna ha generato ed alimentato nel nostro paese. Un dibattito per molti versi già innescato anni prima e che reca con sé, ad ogni nuovo caso, un carico di sofferenze, ansie di liberazione e volontà di autodeterminazione dei propri destini. Il sonno di una è infatti l’interrogativo di tutti su analoghe condizioni, che possono interessare chiunque e sulle modalità consentite per affrontarle. Lo sfondo in cui si stagliano le vicende dei protagonisti del film è quello di un paese che fa fatica a stare al passo con la modernità, almeno in tema di diritti civili, e costituisce l’ennesimo approdo del regista de “I pugni in tasca” (1965) e de “L’ora di religione” (2002).

La società italiana, nella stragrande maggioranza ancora culturalmente legata ad un cattolicesimo di facciata, mostra però il suo volto nobile nelle vicende vissute dai personaggi di fantasia che animano la pellicola, tutti legati ad Eluana Englaro sebbene diversi ed antitetici fra loro. C’è la cattolica Maria (Alba Rohrwacher), che si reca alla clinica “La quiete” per pregare e che finisce per innamorarsi di Roberto (Michele Riondino), sostenitore dei diritti civili e del fronte opposto. E c’è il padre di Maria, il senatore Uliano Beffardi (Toni Servillo), combattuto per il fatto di dover votare una legge sul “fine vita” e di sentirsi in completo disaccordo con le indicazioni del suo partito.

La grandezza che Marco Bellocchio dimostra in questo film risiede tutta nel fatto di aver sviluppato e sostenuto con forza la propria posizione, riconoscendo nel contempo una legittimità a tutti gli atteggiamenti che un caso come quello di Eluana può stimolare. “Bella addormentata” è un film delicato e profondo ed è un film sulla vita e sull’amore, che circondano il distacco e la morte.

Ai margini del film, molte questioni, di primaria importanza, rimangono tuttavia irrisolte ed affrontarle adeguatamente comporterebbe l’apertura di un capitolo a parte.

2 commenti su questo articolo:

  1. Ines scrive:

    A me è sembrato che Bellocchio non abbracciasse nessuna tesi ma fosse uno scrutatore attento di tutte le realtà.

  2. Marcella Geraci scrive:

    Invece a me sembra che, attraverso il discorso di Uliano Beffardi (Toni Servillo), Bellocchio condivida la posizione del padre di Eluana e dei sostenitori della possibilità di interrompere, in casi come questi, l’alimentazione artificiale.
    Mi riprometto però di parlare ancora di questo film e di mettere in luce ciò che, secondo me, resta ai margini della pellicola ed anche di un diritto civile come questo.
    Prima di vedere questo film, non avevo una posizione definita sul caso Englaro o su situazioni simili. Posso dire che Bellocchio mi ha aiutato molto ad elaborare una posizione chiara su questo tema.

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