un paese diviso per “somiglianza” agli eletti

6 ottobre 2012 di: Rossella Caleca

Tra discussioni su emendamenti, mediazioni e pratiche dilatorie, in Parlamento l’approvazione del decreto legge anticorruzione continua ad essere rimandata. Incredibilmente, mentre dilaga lo scandalo nell’intrecciarsi di storie di ordinario peculato, di comuni e “normali” ladrocini nei consigli regionali e altrove, ancora c’è chi cerca di salvare corrotti e corruttori, insabbiare e far dimenticare i reati, all’insegna di un’illegalità generalizzata e vissuta come privilegio di casta. D’altronde, finora, una consistente parte degli italiani ha consapevolmente votato non chi dava garanzie di onestà, ma chi avrebbe, con maggiore probabilità, facendo i propri interessi anche in maniera illegale, lasciato che tutti facessero altrettanto: chi rubava e faceva rubare, cominciando dall’evasione fiscale. Bisogna riconoscere una triste verità: molti elettori somigliano agli eletti.

Ma, di contro, l’indignazione cresce, alimentata anche dall’aumento, con la crisi, di precarietà e nuove povertà, dall’angoscia per un futuro incerto: e cresce la domanda di cittadinanza, di partecipazione politica: la voglia di una politica vera, non più lontana dagli ideali e dai reali bisogni e desideri dei cittadini; anche per questo c’è, paradossalmente, il rischio per molti di essere irretiti dai guru dell’antipolitica. Sempre più appaiono netti il concetto e la pratica della legalità come profonda istanza etica e soprattutto come spartiacque culturale; al di là delle divergenze di formazione e di opinioni, perfino oltre le disparità economiche e sociali, il nostro è un Paese diviso moralmente: una divisione profonda “per cultura”, su cui si giocherà il futuro degli italiani.

2 commenti su questo articolo:

  1. Guglielmo scrive:

    Articolo di una banalità impressionante, sveglia donne da voi si pretende una notizia in più un commento diverso, quale soluzione, quale percorso pensate di fare vostro?

    • rossella caleca scrive:

      A me non sembra affatto banale osservare che la vera divisione tra gli italiani, trasversale a ceti sociali, livelli di istruzione, età e genere, in politica come nella vita di tutti i giorni, oggi è costituita dall’osservanza (o no) di norme etiche cogenti, dalla presenza di quadri valoriali e modelli di comportamento opposti, riconducibile a una frattura culturale profonda nel nostro paese; banale è accomunare “le donne” in un’unica categoria, considerato che, a tutti i livelli, questa differenza attraversa anche le donne (non sto a fare esempi, anche questi sarebbero banali); se ti riferisci alle donne che scrivono su Mezzocielo, o a me in particolare, penso che in molte occasioni, come avrai notato se ci segui, abbiamo espresso opinioni e avanzato proposte specifiche, a cui ti rimando, senza contare la promozione e la partecipazione ad incontri, iniziative e manifestazioni e l’impegno diretto in politica di alcune; forse si vede meno, e non è a tutti noto, ciò che molte di noi realizzano nella vita di tutti i giorni e nei diversi ambiti di lavoro, praticando e sostenendo la legalità e la solidarietà.

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