una piccola questione teologica
Siamo ormai abituati, se non rassegnati, a vivere in un paese dove sembra che il principio della laicità dello Stato non importi più a nessuno, non venga nemmeno più compreso o riproposto se non tra mille “distinguo”, e dove le gerarchie della Chiesa cattolica non metaforicamente dettano legge. In altri paesi europei, dove la separazione tra la sfera civile e quella religiosa è netta, i diversi culti ricevono uguale trattamento dallo Stato. In Germania esiste qualcosa di simile al nostro “otto per mille”: un’addizionale all’imposta sul reddito, versata dai contribuenti in favore della confessione religiosa cui dichiarano di appartenere. Ultimamente, però, parecchi cattolici tedeschi hanno dichiarato allo Stato di non esserlo più, per non pagare il contributo, e la Conferenza episcopale tedesca ha deciso, con l’avallo del Papa, di correre ai ripari, nel tentativo di frenare un esodo che li priva di consistenti entrate. I fedifraghi riceveranno una lettera dal proprio vescovo, con la quale li si invita a un colloquio per discutere sulla loro decisione, e gentilmente li si avverte che, con essa, si sono posti fuori dalla Chiesa: pertanto, non potranno più ricevere i sacramenti, e gli si negheranno anche funerale e sepoltura cristiana. Si tratta, insomma, di una scomunica “light”.
Siate coerenti, dicono i vescovi tedeschi, ma aprono una questione teologica non da poco: solo chi contribuisce alle spese per il culto è da considerarsi credente? Chi pensa che la fede sia una cosa, e il sostegno materiale alla Chiesa un’altra, è forse un eretico? Naturalmente molti cattolici tedeschi, ostinati a separare Dio dal denaro, hanno protestato, e qualcuno ha fatto ricorso alla giustizia civile. Bisogna dire che la questione somiglia tanto alla diatriba sulle vendite delle indulgenze, destinate alla riedificazione della Basilica di S.Pietro, che diede avvio, proprio in Germania, alla riforma protestante; e lascia un’ulteriore traccia amara in tutti quei “diversamente credenti” che hanno avuto, un tempo, fiducia nell’esistenza di una ben differente comunità dei cristiani.
E se qualcosa del genere venisse applicato anche da noi? Immaginiamo: un ammalato in fin di vita vuole confessarsi, il prete arriva e gli chiede: «Hai dato l’otto per mille alla Chiesa? No? Allora, niente da fare. Vai pure all’inferno!». Ma forse, essendo in Italia, con una consistente offerta “in articulo mortis”, si aggiusterebbe tutto.
E noi che credevamo di essere mal comminati con la chiesa… ma siamo in paradiso!!!
Non mi meraviglio più di tanto. Questo episodio del rifiuto di pagare le tasse per la Chiesa e la conseguente decisione del Clero tedesco di non somministrare i sacramenti a chi non paga, conferma pienamente che la Chiesa ha fatto del vangelo e dei principi etici e spirituali di Gesù un occasione di mercimonio. D’altra parte se Gesù sentì l’esigenza di cacciare i mercanti dal Tempio di Gerusalemme, questo può significare tante cose ( come gli storici si sono sforzati di spiegare) ma per me significa una cosa sola: non si può servire a due padroni Dio e Mammona e quando il Clero (Cattolico, protestante o di qualsiasi altra fede religiosa) “mercifica” la spiritualità di Dio, meriterebbe l’Abominio. Quando Gesù criticava i sacerdoti del suo tempo: Scribi, Farisei, Sadducei, li accusava proprio di questo di mercificare i doni di Dio per farsi più potenti (“si preoccupano di aumentare le loro filattiere”) più ricchi e più rispettati. Cosa è cambiato rispetto ad oggi? Nulla. La vera Chiesa di Dio è formata, per fortuna, dai seguaci di Gesù che seguono i suoi insegnamenti senza bisogno di intermediari di alcun genere. Non solo ma la salvezza non è riservata ai seguaci di questa o quell’altra Chiesa, bensì a coloro che amoano Dio e il proprio prossimo come sè stessi. Bastano questi 2 comandamenti. Tutto il resto è opera degli uomini compresi i milioni di volumi di teologia scritti dai “sapienti” delle varie Chiese. Per trovare Dio basta cercarlo dentro di Sè come hanno insegnato tutti i maggiori “Illuminati” della Storia delle Religioni.
Sergio Masi
Avere appreso quanto sta succedendo ai cattolici in Germania mi lascia esterrefatta. Si, esterrefatta, perché siamo alle solite: è il Dio Denaro che aleggia su tutto e detta le sue leggi. D’accordo è già successo tante volte che anche il mondo della religione resti coinvolto negli scandali che affliggono tutto il resto del mondo; d’accordo è la Chiesa che è imperfetta (come gli uomini che la compongono) e non la Religione. Ma tutto, a mio parere, acquista una risonanza che è correlata al momento storico in cui gli avvenimenti accadono. In un momento in cui tutte le certezze che avevamo e che rassicuravano la nostra esistenza, stanno crollando, o sono già crollate, è come quando un oggetto, anche piccolo cade in una grande stanza vuota. Si genera un rumore ed un’eco assordante ed intollerabile. E il riscoprire che ancora una volta la “nostra” Chiesa Cattolica è particolarmente attenta agli aspetti economici e finanziari della “sua missione” non è certo cosa da poco. E quel che rimane è l’eco della nostra solitudine e delle nostre insicurezze che ci avvole… E che avvolge il cuore e l’animo dei nostri ragazzi, dei nostri adolescenti…
Se qualcuno prevede, in articulo mortis, di voler ricevere i sacramenti per andarsene con la coscienza a posto (non si sa mai) perchè allora chiedere deliberatamente di farsi cancellare dall’anagrafe cristiana?
Ringrazio tutti per i commenti che rivelano non solo l’interesse per questi argomenti, ma quanto desiderio e quanta speranza ancora ci sia nell’esistenza e nella “resistenza” della “vera Chiesa”. Preciso per Silvia che la questione riguarda coloro che, pur continuando ad essere credenti e praticanti, ritengono ingiusto essere obbligati, per legge, a sostenere economicamente la Chiesa Cattolica; e del resto, chi di noi può prevedere cosa sceglierà di fare in punto di morte?