benvenute alle consigliere della Regione Sicilia
E’ antica (e magari dimenticata) una questione che si pone ai movimenti femminili: la libertà (e l’incisività nei luoghi del potere) delle donne avanza insieme al mutamento positivo della situazione politica? Oppure avviene il contrario, registrandosi in proposito una palese asimmetria? Lascio la domanda in sospeso, mentre non posso che rallegrarmi dell’accresciuta presenza di donne nell’Assemblea regionale siciliana. Il giorno dell’insediamento siederanno sui banchi di Sala d’Ercole a Palazzo dei Normanni, quindici donne su 90 componenti, pari al 16,6%.
Per chi, come tanti movimenti femminili ed in particolare SNOQ (SeNonOraQuando) si pone l’obbiettivo del 50%, siamo ancora molto lontane dal successo. Ma chi ama fare i conti con la storia (o magari solo con la cronaca) non può non ricordare che in più di mezzo secolo (cioè dal 1947 all’ultima legislatura) sono entrate in Assemblea regionale siciliana soltanto 26 donne su un totale di 1.350 componenti: meno del 2%! Possiamo perciò liberamente affermare che la maggiore presenza di donne all’Assemblea regionale costituisce un dato positivo tra i risultati in queste strane (e contraddittorie) elezioni 2012.
Entrando nel dettaglio sulla composizione dei vari gruppi, rileviamo che vi sono sei donne (su 15, cioè quasi la metà) nel Movimento 5 stelle; sei donne nei tre gruppi che sostengono Crocetta: una nel Pd, una nell’Udc, quattro nel listino del governatore (totale: sei consigliere su 39, pari al 15,3%), una nel Grande Sud (su 5 eletti) , due in Cantiere Popolare (su 5 eletti) , nessuna nei gruppi: Pdl (12 eletti), Musumeci (4 eletti). Mpa (10 eletti). Ed ecco il totale: quindici donne su 90 (16,6%).
Il Movimento Cinque stelle porta il maggior contributo a questa crescita. Va riconosciuto senza riserve. Aggiungo però una considerazione, insieme amara e prudente. In genere le donne partecipano e si affermano con più facilità nei movimenti emergenti e poco organizzati. E’ la successiva strutturazione dei movimenti che finisce col ridimensionarle ed emarginarle, per la pressione invasiva degli uomini che si appropriano delle posizioni di comando: bisogna quindi in politica vigilare sempre (è una battaglia comune delle donne, al di là dei diversi schieramenti) per mantenere ed aumentare la presenza femminile, se necessario anche con misure legislative. Sarà anche questo, tra i tanti, un banco di prova del Movimento 5 stelle, che suscita insieme speranze e sospetti, ammirazione ed invidia, e una buona dose di interrogativi di vario genere. La proposta dei neo-eletti (e delle neo-elette) di dimezzarsi lo stipendio è buona e popolare. Ma si vorrebbe sapere anche quali leggi e quali interventi concreti (oltre alle critiche ed alle denunce) essi/e intendono proporre e conseguire per la Sicilia.
Auguri sinceri comunque alle “grilline” (sfidando il divieto della denominazione) ed a tutte le deputate regionali siciliane: che la loro presenza, più numerosa del passato, aiuti veramente la vita delle donne e la rinascita della nostra Isola.
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