in memoria di Gae Aulenti, architetto
Gae Aulenti, architetto (al maschile, mai nessuna ha accettato la declinazione femminile) notissima anche presso il pubblico meno informato sulle attività e i successi dei “costruttori di spazio” dell’era moderna, è scomparsa ieri all’età di 84 anni portati con orgoglio. L’ultimo suo lavoro, assai impegnativo per la mole dell’opera portata a termine in tempi strettissimi, l’ha condotta proprio a Palermo dove aveva ricevuto l’incarico di ristrutturare e recuperare a sede museale il cinquecentesco Palazzo Branciforti, proprietà della Fondazione Sicilia che vi ha trasferito le sue ricche collezioni archeologiche e l’imponente biblioteca. Inaugurato appena qualche mese fa, il museo è diventato centro di attrazione anche solo per la curiosità di vedere cosa ne avesse fatto, l’architetto Aulenti, delle stupefacenti strutture lignee che dal 1800 avevano custodito in pegno i corredi delle famiglie in difficoltà, poi nel 2000 sublimate dalla indimenticabile istallazione dell’artista Christian Boltanski. Usando ancora una volta il linguaggio che l’ha resa famosa nel dialogo tra antico e moderno inaugurato al Museo d’Orsay nel 1986, Gae Aulenti ha soddisfatto tutte le aspettative di pubblico e committenza che hanno gradito le innovazioni, compiute con mano leggera e piglio sicuro, decretando degna degli annali di storia specialmente la grande sala della biblioteca con la volta affrescata dall’artista siciliano Ignazio Moncada, anch’egli da poco scomparso. Gae Aulenti ha mosso i primi passi da architetto nel periodo d’oro dell’architettura e del design italiani, quegli anni cinquanta della “scuola milanese” dai nomi prestigiosi in cui le donne, pochissime, faticavano ad emergere seppure talentuose. A quei tempi, oltre al suo giravano i nomi di Cini Boeri, Ornella Noorda, Franca Helg, Anna Ferriero Castelli e non ricordo altre, ma solo lei ha conquistato quella posizione preminente che l’ha portata a lavorare in giro per il mondo, a ricevere incarichi e onorificenze come una star e allegramente pervenire agli ottanta, in piena attività e indiscusso carisma. I suoi interventi più noti sono quelli che hanno riportato a nuova vita edifici storici dismessi, trattati con rispetto e quasi con affetto materno, il citato d’Orsay e Palazzo Grassi nel 1985, ma sono innumerevoli le ristrutturazioni e i nuovi edifici di cui è stata incaricata in tutto il mondo: dal Palavela alle Olimpiadi di Torino all’Istituto di cultura a Tokyo, dall’ingresso alla stazione di S.Maria Novella all’ Asian Art Museum a San Francisco, dal Museo Nazionale d’Arte Catalana a Barcellona alla Citta’ degli Studi a Biella, dalla nuova Biblioteca Comunale e Centro Culturale a Paderno Dugnano all’ampliamento di due centrali di termoutilizzazione di rifiuti solidi urbani in provincia di Rimini e Forli’, al progetto di ampliamento dell’aeroporto di Perugia, senza contare la sua attività di designer la cui opera più nota è la lampada Pipistrello per Martinelli luce.
Ha collezionato numerosi premi e onoreficenze e, nel 1995, è stata insignita Cavaliere della Gran Croce al merito della Repubblica per la sua attività di architetto che ha dato lustro all’Italia. Una donna architetto, Signora dell’Architettura Gae Aulenti.
“Signora dell’Architettura” mi sembra un’ottima conclusione per questo intenso, appassionato e partecipato contributo alla Donna Architetto Aulenti.