la dignità dei malati di Sla
Il governo ha fatto un errore sul taglio dei fondi per i malati di Sla. Dopo una settimana di sciopero della fame, portato avanti insieme ad altri 70 disabili gravissimi, Salvatore Usala, malato di Sla e segretario nazionale del Comitato 16 novembre, ha ricevuto nella sua abitazione di Monserrato in Sardegna la visita dei ministri italiani Fornero e Balduzzi. Nel corso del colloquio i rappresentanti dei dicasteri del Welfare e della Salute hanno assicurato un impegno importante per la “non autosufficienza”. Una proposta dettagliata entro il 20 novembre, la cifra ipotizzabile di 350 milioni di euro. È davvero una contraddizione imperdonabile che in un paese come l’Italia, dopo gli inni alla vita lanciati di fronte al caso di Eluana Englaro, tanti malati si lascino morire e rifiutino la tracheotomia per non andare in struttura e non pesare sui familiari. Balduzzi e Fornero hanno chiesto al Comitato 20 giorni di tempo per produrre atti, e il Comitato si è detto “certo dell’impegno dei Ministri, che hanno piena fiducia”… – « Il taglio di 658 milioni di euro destinati ai disabili gravi per il 2013 ci fa vergognare davanti al mondo, e dimostra quanto poco vengano tenuti in considerazione i diritti dei cittadini in difficoltà» – ha detto Oliviero Diliberto segretario del Pdci, che prosegue: – «La protesta organizzata dai malati di Sla contro i tagli del governo Monti dimostra una straordinaria dignità: come sempre i costi della crisi vengono scaricati sui più deboli» -.
Una presa di coscienza è importante, parliamo di persone alle quali vengono meno i presupposti che garantiscono quel livello minimo di autonomia che li rende indipendenti. In queste situazioni la qualità dei contesti sociali è di cruciale importanza, rappresenta la scelta irreversibile, di vita o di morte, equivale al senso di una società civile che non vuole abbandonare i più deboli. Stiamo parlando di coloro che lottano ogni giorno, in una quotidianità lenta, inesorabile e faticosa, in circostanze nelle quali non si può sfuggire al dolore terribile che deriva dal senso di impotenza. Una dignità che verrebbe negata da una legge che non riesce a comprendere il valore di una vita che non può difendersi, ardua da affrontare, per la quale ogni scoraggiamento può essere barattato facilmente con una morte a portata di mano.