l’assessore Battiato e (é) la novità
Ad elezioni finite, chi dovrà indicare i percorsi politici da seguire per risollevare le sorti di una regione da tempo in ginocchio? La risposta più immediata dovrebbe chiamare in causa figure politiche di spessore, preparate, lungimiranti e a disposizione della collettività. Il fatto che a far politica debbano essere uomini e donne della politica dovrebbe apparire quasi scontato. Eppure, la corsa ai tecnici, agli uomini e alle donne che hanno dimostrato talento personale nei loro ambiti ricorda, anche dopo le elezioni, quell’idiosincrasia nei confronti della politica che ha premiato il Movimento 5 Stelle e portato l’astensionismo a percentuali record. Certo, Franco Battiato, nominato assessore al Turismo (in un primo momento si era detto alla Cultura) dal nuovo presidente Rosario Crocetta, è un nome illustre e fa ben sperare in una influenza nuova, positiva e finalmente morale nello scenario dei palazzi del governo siciliano. Ma è proprio questa la ricetta che occorre per cambiare musica nell’isola? Franco Battiato, che nel suo campo molto ha dimostrato, saprà delineare le strategie collettive per rimettere in piedi le attività (culturali) in un territorio fino ad oggi abbandonato a se stesso, non avendo alcuna esperienza politica a riguardo? La risposta potrebbe essere positiva, alla luce del suo meritato successo in campo musicale, ma il rapporto tra la sua esperienza d’artista e il nuovo compito non è in fondo così scontato come sembra. Il rischio è quello di inciampare nello stereotipo del chi fa bene il proprio mestiere può far bene anche il resto, dimenticando che quello di assessore è un ruolo politico che richiede passione ed impegno a tempo pieno, che vanno dedicati alla cosa pubblica anche se, come Battiato ha già dichiarato, si intende rinunziare allo stipendio. Intanto, il fatto che Battiato abbia rinunziato a farsi chiamare assessore ricorda vagamente un vecchio proverbio siciliano: chiamala cumu vu sempre cucuzza è (chiamala come vuoi è sempre cucuzza). Franco o assessore, nella sostanza, nulla cambia e nulla toglie ad un ruolo politico difficile, in un momento fra i più difficili.