poesie per le feste
Abbiamo pensato in questo periodo festivo di riproporvi la lettura di varie poesie, dato che la nostra iniziativa estiva è riuscita gradita e ci ha fatto sopportare meglio i vari Caronte… cominciamo col proporvi l’inverno visto dal noto poeta russo Osip Mandel’štam.
Splendono di fittizie dorature
nelle selve gli abeti di Natale;
lupi-giocattolo, fra le ramaglie,
hanno sguardi che mettono paura.
Mia tristezza fatidica, presaga,
mia quieta, silenziosa libertà,
e tu, sempre ridente, là, cristallo
della volta celeste inanimata!
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Ammucchiano i portieri a badilate
la neve fresca, nei quieti sobborghi.
Io tra mugicchi dalle barbe folte,
passo, viandante a cui nessuno bada.
Balenan donne avvolte in fazzoletti,
cani bastardi ruzzano impetuosi,
dei samovàr fiammeggiano le rose
scarlatte in ogni casa e in ogni bettola.
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La poesia aiuta a “sopportare” la retorica del natale. La poesia del grande poeta russo, là dove scrive del “viandante a cui nessuno bada”, è uno straordinario messaggio che indica nella “solitudine” l’essenza di una festa nella quale chi è solo si rende conto di essere ancora più solo.
Ottima idea la bellezza di queste poesie consola del gelo che molti di noi hanno dentro.
Amo il natale e le sue poesie, anche se una volta l’anno guardando la festa attorno ci guardiamo dentro e sentiamo silenzio e solitudine, non è male fa parte della vita, ben venga la poesia aiuta a capire le nostre radici tristi o felici.
“Natale” di Giuseppe Ungaretti
Non ho voglia di tuffarmi
in un gomitolo di strade
Ho tanta stanchezza
sulle spalle
Lasciatemi cosi
come una cosa posata
in un angolo
e dimenticata
Qui non si sente altro
che il caldo buono
Sto con le quattro
capriole di fumo
del focolare
Auguri a tutti, Silvia
ieri, non so perché, mi sono tornate in testa le note e le parole di una canzone di Francesco De Gregori:
Generale, la guerra è finita,
il nemico è scappato, è vinto, è battuto,
dietro la collina non c’è più nessuno,
solo aghi di pino e silenzio e funghi
buoni da mangiare, buoni da seccare,
da farci il sugo quando è Natale,
quando i bambini piangono
e a dormire non ci vogliono andare.
Auguro a tutti di vivere un’atmosfera comunque diversa e di tornare un po’ bambini qualche volta….
Questa è la poesia di un libro di scuola che recitavo alla festa dei miei nonni a Natale, quanti ricordi ridestano i versi come le canzoni!
La danza della neve
Sui campi e sulle strade
silenziosa e lieva
volteggiando, la neve
cade.
Danza la falda bianca
nell’ampio ciel scherzosa,
Poi sul terren si posa
stanca.
In mille immote forme
sui tetti e sui camini,
sui cippi e sui giardini
dorme.
Tutto d’intorno è pace;
chiuso in oblio profondo,
indifferente il mondo
tace.
(Ada Negri,