poesie per le feste

24 dicembre 2012 di: Osip Mandel’štam

Abbiamo pensato in questo periodo festivo di riproporvi la lettura di varie poesie, dato che la nostra iniziativa estiva è riuscita gradita e ci ha fatto sopportare meglio i vari Caronte… cominciamo col proporvi l’inverno visto dal noto poeta russo Osip Mandel’štam.

Splendono di fittizie dorature

nelle selve gli abeti di Natale;

lupi-giocattolo, fra le ramaglie,

hanno sguardi che mettono paura.

Mia tristezza fatidica, presaga,

mia quieta, silenziosa libertà,

e tu, sempre ridente, là, cristallo

della volta celeste inanimata!

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Ammucchiano i portieri a badilate

la neve fresca, nei quieti sobborghi.

Io tra mugicchi dalle barbe folte,

passo, viandante a cui nessuno bada.

Balenan donne avvolte in fazzoletti,

cani bastardi ruzzano impetuosi,

dei samovàr fiammeggiano le rose

scarlatte in ogni casa e in ogni bettola.

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6 commenti su questo articolo:

  1. @ scrive:

    La poesia aiuta a “sopportare” la retorica del natale. La poesia del grande poeta russo, là dove scrive del “viandante a cui nessuno bada”, è uno straordinario messaggio che indica nella “solitudine” l’essenza di una festa nella quale chi è solo si rende conto di essere ancora più solo.

  2. contronatale scrive:

    Ottima idea la bellezza di queste poesie consola del gelo che molti di noi hanno dentro.

  3. pronatale scrive:

    Amo il natale e le sue poesie, anche se una volta l’anno guardando la festa attorno ci guardiamo dentro e sentiamo silenzio e solitudine, non è male fa parte della vita, ben venga la poesia aiuta a capire le nostre radici tristi o felici.

  4. silvia scrive:

    “Natale” di Giuseppe Ungaretti

    Non ho voglia di tuffarmi
    in un gomitolo di strade
    Ho tanta stanchezza
    sulle spalle
    Lasciatemi cosi
    come una cosa posata
    in un angolo
    e dimenticata
    Qui non si sente altro
    che il caldo buono
    Sto con le quattro
    capriole di fumo
    del focolare

    Auguri a tutti, Silvia

  5. gemma scrive:

    ieri, non so perché, mi sono tornate in testa le note e le parole di una canzone di Francesco De Gregori:

    Generale, la guerra è finita,
    il nemico è scappato, è vinto, è battuto,
    dietro la collina non c’è più nessuno,
    solo aghi di pino e silenzio e funghi
    buoni da mangiare, buoni da seccare,
    da farci il sugo quando è Natale,
    quando i bambini piangono
    e a dormire non ci vogliono andare.

    Auguro a tutti di vivere un’atmosfera comunque diversa e di tornare un po’ bambini qualche volta….

  6. Donatella scrive:

    Questa è la poesia di un libro di scuola che recitavo alla festa dei miei nonni a Natale, quanti ricordi ridestano i versi come le canzoni!

    La danza della neve

    Sui campi e sulle strade
    silenziosa e lieva
    volteggiando, la neve
    cade.
    Danza la falda bianca
    nell’ampio ciel scherzosa,
    Poi sul terren si posa
    stanca.
    In mille immote forme
    sui tetti e sui camini,
    sui cippi e sui giardini
    dorme.
    Tutto d’intorno è pace;
    chiuso in oblio profondo,
    indifferente il mondo
    tace.
    (Ada Negri,

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