Racconti Cubani

4 dicembre 2012 di: Stefania Savoia

Cuba è una storia di storie. E’ un filo, rosso per davvero, che incrocia molte vite e non solo quelle degli “eroi” che tutti conosciamo.

Alessandra Riccio nel suo “Racconti Cubani” edito da Iacobelli, racconta la sua esperienza più che trentennale nell’isola caraibica che nasce come corrispondente de l’Unità, l’ultima a vivere nell’appartamento de l’Avana in Calle 11, dove prima di lei altri avevano scritto della più affascinante delle revoluciones.

Riccio parte da una prospettiva autobiografica allargando il suo obiettivo a fotografare non solo la cuba del Che ma volti e luoghi, storie carpite nella vita di ogni giorno, storie preziose che descrivono, senza nostalgia o autocelebrazione di un mito, un mondo semplicemente differente.

Un diario di viaggio e dei viaggi di coloro che da Cuba sono scappati o che a Cuba sono approdati, non solo come luogo fisico ma luogo del sogno e dell’utopia.

Come la bambina agolana che a Cuba arriva senza un braccio, salvata dall’orrore della guerra da dei giovani medici cubani o Norka, moglie del grande Korda, che da modella di fama internazionale decide di tornare nella sua isola e dedicarsi a “far entrare il bello nella confezione utile” o anche Dulce Maria Loynaz, raffinata poetessa e letterata, che dentro la sua villa del Vedado non ha mai smesso di comporre anche durante una rivoluzione che non aveva mai amato.

Valeva la pena? Si chiede la Riccio nella sua breve prefazione.

Vale la pena “una vita contro che, se serve a difendere i principi, invade e domina la sfera privata, i sentimenti, gli affetti, le individualità”? La risposta è nella storia di un’isola diversa che, nelle sue tante contraddizioni e particolarità, non può lasciare indifferenti.

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