una vittoria di civiltà, la messa al bando delle mutilazioni genitali femminili

23 dicembre 2012 di: Simona Mafai

Tra le tante cose tristi e delusioni che ci tocca registrare quasi ogni giorno, ecco una notizia che ci riempie di gioia. Il 20 dicembre l’assemblea generale dell’Onu ha adottato una risoluzione con cui è stata messa al bando la pratica delle mutilazioni genitali femminili (mgf). Come sappiamo si tratta di una pratica cruenta ed ignobile (quali che siano le giustificazioni culturali che la difendono) vigente da secoli in una trentina di paesi africani (quali Somalia, Sudan, Eritrea, Egitto, Mali, Guinea ed altri), i cui rappresentanti hanno in gran parte votato tale risoluzione. Essa esorta gli Stati membri dell’Onu a intraprendere “tutte le misure necessarie per eliminare tale pratica, varando leggi specifiche che proteggano le donne e le ragazze da questa forma di violenza, ponendo fine all’impunità”. La risoluzione prevede oltre a misure punitive contro chi viola queste leggi, anche l’assistenza sanitaria e psicologica alle donne vittime. Una donna del Burkina Faso, oggi residente in Italia, che da bambina fu sottoposta a tale orrida pratica, conduce da oltre dieci anni una battaglia contro le mgf. Commentando la risoluzione dell’Onu, ha dichiarato: “E’ vero, la cicatrice che porto sul mio corpo non scomparirà. Ma posso fare in modo che lo stesso non accada ad altre donne, a cominciare dalle mie figlie”. (Il marito la sostiene nella sua battaglia). Nel Burkina Faso la legge proibisce dal 1996 le mutilazioni femminili, ma la legge stenta ad essere applicata. Dice ancora Assetou Billa Nonkane: “La mentalità non si cambia da un giorno all’alro. Serve il voto dell’Onu, ed anche il tempo. Le donne stesse hanno una grande responsabilità …Loro sono state le prime guardiane della tradizione. Di madre in figlia hanno imposto le stesse ferite pur di conservare la coesione sociale”.

Emma Bonino, che da decenni conduce questa battaglia, commentando la risoluzione dell’Onu, ha dichiarato: “Hanno vinto il coraggio, la tenacia e la convinzione che non tutte le tradizioni sono giuste. Ci sono tradizioni nefaste, come questa, che vanno superate”. Certamente ci vorrà ancora coraggio e tenacia perché il bando dell’Onu venga rispettato da tutti i paesi, ma una vittoria è stata conseguita. E che ciò sia stato registrato alla vigilia del Natale, assume un forte valore simbolico per chi sappia leggerlo.

3 commenti su questo articolo:

  1. silvana scrive:

    Una grande vittoria un articolo scritto con il cuore, dovremmo esultare tutte.

  2. Ornella Papitto scrive:

    Esulto per la battaglia vinta. Spero che sia l’inizio di un percorso meno doloroso e umiliante.
    A volte ho pensato, sicuramente a torto, che le donne si auto mutilino per non concedere totalmente se stesse all’uomo che impone loro la sottomissione. Può essere un modo cruento per non sentirsi totale proprietà di chi le priva della dignità e le considera oggetti, merce senza sentimenti ed emozioni.

  3. Laura scrive:

    E’ una vera vittoria che in mezzo ai festini natalizi passa in seconda linea ma dovrebbe essere molto festeggiata!

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