lo scandalo mps scende in campo, elettorale
Non è facile pensare a una competizione elettorale in cui il lato sinistro del campo tace e gioca in difesa, soprattutto quando il tempo è ancora tanto da offrire spazio e possibilità a strumentalizzazioni e intrighi. Con la vicenda del Monte dei Paschi di Siena, si dovrebbe iniziare a temere. Per Bersani il sospetto è che il bersaglio grosso sia proprio il Pd e il risultato elettorale. Di certo l’offerta politica del partito di Monti sta incontrando qualche difficoltà nel tentativo di dare rappresentanza a un elettorato di centrodestra deluso e in fuga verso l’astensione, ma ce la sta mettendo tutta per limitare il risultato del Pd. I dirigenti del Pdl, poi, non hanno perso la fiducia in una parte ancora non piccola degli italiani che voterà Silvio Berlusconi. Il silenzio del Pd è stato bruscamente interrotto dalla vicenda del Monte dei Paschi di Siena, mentre Monti commenta: «Mi hanno chiesto se ci sono commistioni tra banche e politica? Sì, ci sono da una vita e mi batto contro quelle. Poi mi hanno chiesto: ‘Il pd in quella zona ha influenza?’. Ho risposto ‘sì’, ma non è che mi hanno detto ‘additi un colpevole’».
Il governo, però, non si può limitare a gettare la palla nel campo di qualcun altro. Monti, come premier ancora in carica, dovrà prendere una posizione risoluta, ma non possiamo ignorare che il primo fra i suoi sostenitori a sollecitare “chiarezza” sulla vicenda, chiedendo a ognuno «di assumersi le proprie responsabilità politiche», sia stato Alfredo Monaci. Lo stesso esponente della classe politica locale che ora è candidato della lista Monti in Toscana. Presidente della Mps immobiliare e dirigente del Monte, è il fratello minore di Alberto Monaci: a sua volta ex dipendente della banca, ex deputato dc, oggi presidente (democratico) del Consiglio regionale toscano. Monaci senior già vedeva come il fumo negli occhi lo sbarco a Siena di Alessandro Profumo, ma dopo che è sfumata la vicepresidenza per suo fratello Alfredo è scoppiata una guerra interna al Pd che ha fatto saltare per aria la giunta comunale. Questa poco edificante lotta di potere contribuisce a far capire che le strumentalizzazioni trovano campo ancora fertile. Non dimentichiamo, fra l’altro, che mentre il Monte dei Paschi era allo stremo, alcuni soggetti hanno continuato a godere di un trattamento di favore, con conti correnti a reddito elevato e garantito; e chi pagherà in termini di restrizioni lavorative e salariali saranno sempre e comunque i dipendenti, non i dirigenti o gli amministratori che si porteranno a casa i loro malloppi, pronti a riciclarsi in altri ruoli.
Intanto, inevitabilmente, cresce l’inquietudine di chi ogni giorno deve aprire le braccia a nuovi scandali e soccombere impotente ai tentativi di strumentalizzazione, mentre le speranze del cambiamento vengono trascinate dal vortice del cattivo gusto imperante.