ostello del dolore

11 gennaio 2013 di: Clara Margani

“Ahi serva Italia, di dolore ostello,

nave sanza nocchiere in gran tempesta,

non donna di province, ma bordello!”

Uniformandomi al bel momento poetico della rivista, propongo i famosi versi di Dante a commento della situazione in cui si trova il nostro Paese, alle prese con il ritorno del burino e la salita del principino, tra la padella e la brace, tra il diavolo e l’acqua santa, tra Ponzio e Pilato, tra il pagliaccio e il manichino, tra volta e gabbana, tra il bastone e la carota, tra prendere e lasciare, tra l’insulto e lo sberleffo, tra il brusco e il lusco, tra il serio e il faceto, tra la zuppa e il pan bagnato, tra il poco e il troppo, tra il sasso e la mano, tra corsi e ricorsi, tra i vecchi e i giovani, tra le escort e gli scout, tra interesse e profitto, tra il ladro e la roba, tra salute e malattia, tra l’igiene orale e quello mentale, tra il passo e la gamba, tra torto e ragione, tra tema e desire, tra rabbia e dolore, tra la fuga e il restare, tra le Alpi e le piramidi, tra il colle e la pianura, tra il Tevere e i navigli, tra i gommoni e le navi da crociera. E siccome su questa nave chiamata Italia siamo tutti passeggeri, non dobbiamo permettere che faccia naufragio, come disse Gorbaciov riferendosi alla Terra.

7 commenti su questo articolo:

  1. silvia scrive:

    Cara Clara mi hai fatto tornare alla mente una canzone di Fabrizio de Andrè che riecheggia la filastrocca: Ma che bel castello, marcondirondirondello. Ad un certo punto il testo dice: La terra è tutta nostra, Marcondiro’ndera. Ne faremo una gran giostra, Marcondiro’ndà! Mi sembra quasi di vederli, tutti i nostri uomini politici, tenersi la mano, stretti in un grande girotondo. Oppure, come quando facevamo da ragazzini il gioco della sedia. Ce n’era sempre una in meno, si ballava e poi, quando si fermava la musica…tutti a mettersi seduti! E chi rimaneva in piedi veniva eliminato dal gioco. Con tutte le tue simpatiche associazioni di pensiero mi fai anche ricordare il detto: Ilmondo è fatto a scale, chi le scende e chi le sale. La sapienza popolare raramente sbaglia: tutti scendono in campo, ma Monti è salito in politica! Ed ora tutti i giornalisti stanno bene attenti a “precisarlo”. Guai si sbagliassero espressione, non sarebbe più IN !

  2. Marina scrive:

    Certo, Silvia, poiché il mondo è fatto a scale, Monti ha deciso di salirle. C’è poi il solito, vecchio, furbetto che vuole
    prendere l’ascensore.
    Allora noi non andiamo né su né giù, andiamo avanti piuttosto, lasciando ai nostri cari politici la scala di servizio,
    che conduce direttamente all’uscita ( di soccorso!).

  3. silvia scrive:

    E’ bello riuscire a sorridere anche quando c’è poco da star allegri! Grazie, Marina. Prima avevamo come Presidente del Consiglio un libertino impenitente, pronto alla battuta spinta ed alle pacche sul sedere, convinto che alle donne questo faccia piacere. Voleva impersonare così il vero macho latino, convinto di essere apprezzato per queste sue doti e virtù anche dalle signore teutoniche e scandinave, in ricordo di quando le loro mamme sciamavano verso il caldo sole dell’Italia sfuggendo ai rigidi inverni del nord e volentieri si concedevano agli abbracci dei ragazzi nostrani (che non gli pareva vero, alte, bionde e coscia lunga!). Abbiamo cercato di metterci na’ pezza con un altro Presidente del Consiglio che fosse, per quanto possibile, l’opposto… quasi a dimostrare e voler rassicurare che: gli italiani non sono fatti tutti così, che sappiamo essere anche persone serie e per bene. Come al solito abbiamo esagerato….nell’altro senso. Ricordate la favola del re travicello? Da un personaggio troppo ridanciano e crapulone siamo passati ad un altro fin troppo morigerato serio ed austero che avrebbe dovuto insegnarci una buona volta cos’è la SOBRIETA’ (naturale, con i quattro soldi che ci ritroviamo in tasca) ed un elegante stile di vita. Tutti in coro ad applaudire, all’inizio. Questo sì che ci piace, mica come quello di prima!!! Zeus mandò nello stagno, tra le rane scontente del “travicello”, una serpe come nuovo re, così scriveva Fedro nell’antica Grecia. Questa è solo una favola, ma spesso le favole sono educative…

  4. Lucia scrive:

    Sono stanca di andare dal bordello all’ostello e viceversa.Ferma sulla riva del fiume,pensierosa ma determinata a difendere la mia terra dai veleni,mi servirò dell’unico disinquinante ancora in mio possesso.Riuscirò a fermare il veleno?Sì,se saremo in tanti.Ed allora la nave Italia potrà ripartire2K

    • Rosanna scrive:

      Non si può dare colpa solo ai politici dello sfascio di una nazione . Se il pubblico impiego timbra il cartellino e poi corre fuori a far la spesa, se il farmacista esita ansiolitici senza ricetta , se l’imprenditore paga tangenti per far andare avanti la sua azienda, se il medico sbaglia un intervento non per errore ma per incompetenza allora il problema è più serio e complesso. Prima di mandare a casa i politici facciamo un serio esame di coscienza.

  5. Lucia scrive:

    Noi eleggiamo i nostri rappresentanti perchè ci rappresentino.Li chiamiamo onorevoli (da onus) perchè li carichiamo delle nostre esigenze di cittadini.E se devono tutelarci devono anche sanzionarci quando il nostro comportamento è scorretto.Ma se il pesce puzza dalla testa……F

  6. Rosanna scrive:

    La mia era una provocazione . Questo paese sta morendo per colpa di un modo di pensare, sentire e vivere la nostra nazione , politici e cittadini sono parte integrante di questo processo di distruzione . Solo una profonda trasformazione morale e culturale , un rinnovamento profondo delle coscienze potrebbe operare un cambiamento ma occorreranno molti anni perché ciò avvenga . Questo è il mio parere.

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