rapporto hrw sui rispediti al mittente

28 gennaio 2013 di: Marcella Geraci

Il rimpatrio sommario viola i diritti umani fondamentali ma nelle nostre civilissime coste è la regola, parola di Human Rights Watch. Il Rapporto di HRW “pesa” 45 pagine e ha il titolo significativo di “Restituiti al mittente: le riconsegne sommarie dall’Italia alla Grecia dei minori stranieri non accompagnati e degli adulti richiedenti asilo”. Queste pagine drammatiche, scritte dai paesi dell’Europa che pure hanno conosciuto l’emigrazione, parlano di adulti e minori, uomini e donne, e non di pacchi postali o cose. Tutti, adulti e minori non accompagnati fra i 13 e i 17 anni, arrivano in Italia dalla Grecia di Theodorakis e della feta, una porta aperta sull’Europa dei sogni e dei diritti. Con le loro povere cose in spalla, queste persone provengono in buona parte da Afghanistan, Siria, Somalia e Bangladesh e attraversano l’Adriatico nascondendosi nella sala macchine delle navi, una prigione angusta per noi e un’anticamera di vita nuova per loro. Ogni buco è buono per nascondersi e chi può trova posto sotto i camion traghettati, non importa quanto un rifugio del genere possa essere pericoloso. E non importa quanto siano denutriti, affamati, assetati o impauriti perché, con il sogno tra le mani, i migranti credono l’Italia più vicina di quel che è e più bella di quanto non sia in realtà. Se la Grecia non tarda a rivelarsi ai loro occhi un nuovo inferno, anche i porti adriatici di Bari, Ancona, Brindisi e Venezia sono muri di gomma che ritornano indietro tutte le speranze. Quante volte i minori non accompagnati non hanno accesso a un tutore o a un consulente legale, secondo quanto sancisce la Convenzione sui Diritti dell’Infanzia? Quante volte gli adulti vengono rispediti nei paesi da cui fuggono, senza alcuna verifica sulle ragioni della partenza? Tutti a casa, senza cibo né visite mediche e senza un esame che verifichi la storia individuale di ciascuno. Tutti a casa con la frustrazione di veder rese vane le proprie speranze, chi in mano ai carnefici e chi tra le braccia di un destino di guerra e di fame. Tutti a casa perché l’Europa non teme il potere dell’alta finanza o la corruzione della propria classe dirigente. Il vero spauracchio della civilissima Europa è la povertà.

Commenta questo articolo:







*
AdvertisementAdvertisementAdvertisementAdvertisement