al flash mob, il partigiano approva
Per Caltanissetta è un giorno come gli altri eppure, nel tardo pomeriggio, una strana folla staziona nei dintorni del Carrefour, sempre più vicina all’ingresso del supermercato. Il giovedì la spesa del weekend è ancora lontana e all’orizzonte non si intravedono cartelloni pubblicitari con mega offerte che giustifichino l’assembramento. Qualche sospettoso potrebbe addirittura credere che la situazione economica e sociale del Paese sia precipitata. Chissà, forse in un territorio in crisi come quello nisseno le persone depredano gli scaffali del cibo, proprio come accade o sembra accadere in Grecia. Ancora una volta è invece il flash mob contro la violenza sulle donne a spiegare tutto e la folla di ragazze e ragazzi, uomini e donne, gente comune e curiosi, approfitta dell’altoparlante del colosso economico per sentire le note di “Break the Chain”.
Nella folla c’è anche un anziano signore, che si guarda intorno quasi confuso, rimanendo in disparte. Eppure questo signore potrebbe scrivere volumi e volumi sulle lotte per la rivendicazione dei diritti, visto che è stato uno dei protagonisti della storia siciliana del Partito Comunista Italiano. Mario Arnone, classe 1928, iscritto al Pci dal 1946, deputato regionale dal 1971 al 1976 e deputato al Parlamento italiano dal 1976 al 1981, moltissimi cortei alla spalle, vissuti nel ruolo di organizzatore e militante. Cosa pensa del flash mob un intellettuale militante di vecchia data come lui?
«Non c’è dubbio che sia un modo interessante di esprimere le opinioni, perché realizza un collettivo vasto che si trova assieme non solo nella gestualità di una danza ma anche nella comunione di alcune idee fondamentali, che riguardano gli attuali problemi della civiltà umana» dice Mario Arnone. «E’ felice la scelta di manifestare per urlare il proprio disprezzo nei confronti delle uccisioni ingiuste delle donne, in tutti i casi in cui osano affermare la loro libertà, la più compiuta».