Consigli per la lettura: “La sua forma fondeva la forza virile alla grazia femminile” Orlando di Virginia Woolf

15 febbraio 2013 di: Elena Ciofalo

La forza dei capolavori letterari si misura dalla persistenza delle loro verità nel tempo.

La scrittrice femminista e avanguardista Virginia Woolf, anticonformista dell’Inghilterra del suo tempo, elabora il suo “Orlando” nel 1928.

L’opera, un mélange di biografia, romanzo storico e racconto surrealista, narra la vita del personaggio omonimo, prima uomo e poi mutato in donna, lungo quattro secoli di storia inglese, dal Cinquecento all’inizio del Novecento.

La caratteristica che rende indispensabile la lettura di questo testo nell’approccio agli studi di genere è che i messaggi di libertà, androginia, sessualità e identità che la Woolf elabora nel libro sono ancora declinabili in un’ottica brillante e attuale.

Orlando è un’icona queer, la trasformazione naturalizzata. Infatti il personaggio androgino mantiene una relazione costante di attrazione e intimità con la natura e con la cultura.

“Cominciò a pensare se la Natura era bella o crudele; quindi si chiese in che cosa consistesse questa bellezza: se fosse nelle cose in sé o solo dentro di lei; e così via fino alla natura della realtà, che la portò alla Verità, che a sua volta la portò all’Amore, all’Amicizia, alla Poesia; e quelle meditazioni, dato che non poteva farne parola, le fecero desiderare, come mai prima, penna e calamaio”.

La sessualità di Orlando all’interno della società mostra inoltre che il genere maschile o femminile diventa spesso una gabbia di ruolo. E il personaggio è ben cosciente della fragilità delle costruzioni sociali e degli stereotipi di genere. Invece di adattarvisi, Orlando vive la sua identità in modo fluido, individuale e non convenzionale.

Non si tratta solamente di un’analisi sulle declinazioni della sessualità, la storia che la Woolf narra tramite Orlando è soprattutto un’inno alla fluidità dell’identità dell’essere umano: il tema universale dell’androginia si combina con quello dell’identità in senso lato.

“I sessi, per quanto diversi, si mescolano. Non c’è essere umano che non oscilli da un sesso all’altro, e spesso sono solo i vestiti a serbare l’apparenza maschile o femminile, mentre il sesso profondo è tutto l’opposto di quello superficiale”.

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