la risorsa “meno giovani”

26 febbraio 2013 di: Marcella Geraci

I giovani, sempre loro. In crisi, disoccupati, senza soldi, con la laurea in tasca e l’impossibilità di fare figli. I giovani che non lavorano e se lavorano, lo fanno gratis o per pochi soldi. Televisioni e giornali riversano ogni giorno fiumi di parole sulla condizione giovanile, che corrisponde spesso a una situazione economica e sociale di estremo disagio. In questo periodo poi, quanti sono i politici che hanno rivolto i loro appelli ai giovani, per strappare un voto in più? Tutti. Osservando bene la situazione, si scopre però che il trucco c’è, visto che il nostro è un paese che invecchia progressivamente, con evidenti conseguenze sulla crescita e sulle spese previdenziali, sanitarie ed assistenziali. Già il Rapporto Annuale Istat del 2012 aveva messo in guardia sul fatto che, a dispetto di ogni propaganda, il futuro dell’Italia avrà i capelli bianchi. Parlare di “terza età” diventa allora anacronistico e rivolgere uno sguardo agli over 60, doveroso. A prescindere dai dati Istat, la crisi delle famiglie dovuta alla diminuzione del potere d’acquisto delle pensioni (33% in 15 anni) è una buona lente per scoprire l’impatto di nonne e nonni sull’economia, in un 2013 iniziato da poco meno di due mesi, dopo l’anno europeo dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra le generazioni. A guardarsi bene intorno, i problemi che riguardano gli anziani di oggi non devono quindi lasciare indifferenti, così come i rischi ai quali è soggetta questa fascia d’età. Il da farsi lo indica allora Pippo Di Natale, presidente regionale dell’Auser, associazione di volontariato e promozione sociale impegnata a promuovere l’invecchiamento attivo. «Occorre mettere a disposizione del territorio le energie, la voglia, la passione, le emozioni della popolazione anziana che vive le contraddizioni di questa società ed è soggetta ad un progressivo impoverimento, alla solitudine e all’emarginazione nei processi sociali» ha dichiarato Di Natale. «Occorre fare in modo che queste energie possano continuare ad essere messe a disposizione della società e dei più giovani» ha infine concluso il presidente, pensando all’immensa risorsa di conoscenze e di saperi che gli anziani rappresentano per l’Italia di oggi.

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