i maestri del giorno dopo
Come sempre, quando si prende “una botta”, spuntano da tutte le parti i maestri del giorno dopo, portabandiera dei “se”. Se si fosse fatto in un modo, se si fosse fatto in un altro, ecc. ecc. Uno dei “se” più diffuso in questi giorni, nel campo del centrosinistra, è quello relativo a Renzi. “Se il Pd avesse scelto Matteo Renzi come candidato Presidente del Consiglio, Berlusconi non si sarebbe presentato (Silvio lo aveva detto una volta, ma sarebbe stato tutto da verificare, trattandosi di un personaggio abituato a dire una cosa a mezzogiorno, e smentirla in serata). Di conseguenza il Pd avrebbe incassato il 40% dei voti, vincendo alla grande”. I sostenitori di questo “se” non tengono conto di un paio di cose. Primo: erano state fatte le primarie, avevano votato tre milioni e mezzo di persone, facendo arrivare Renzi secondo. Come avrebbe potuto il Pd dare un calcio ai propri elettori, scegliendo Renzi? Seconda considerazione: Vendola e Sel (e buona parte del mondo sindacale della Cgil) avrebbero accettato di coalizzarsi con liste Pd capeggiate da Renzi? O si sarebbe determinato un altro polo, che avrebbe potuto prendere pochi o tanti voti, che sarebbero tutti comunque venuti meno al Pd?
L’apparente saggezza dei “se” postumi, non serve a nulla. Si prenda coraggiosamente atto dell’accaduto, e ci si muova possibilmente nel modo più utile per la sinistra e per il paese, fermamente ancorati al principio di realtà.
(Staino per mezzocielo.it)
i maestri del giorno dopo possono solo riflettere sul fatto che non abbiamo dato a nessuna coalizione la possibilità di governare e che i vari partitucoli o movimentini della “pseudosinistra”, ancora una volta, hanno sbagliato. La frammentazione ha giovato solo a grillo e spero che napolitano non ci rimetta tra le fauci di monti o di altri tecnocrati
grazie della tua saggezza: la storia non si è mai fatta con i “se” e i tanti discorsi dei tanti maestri rivelano ancora una volta
la scarsa capacità di vedere la realtà . Chissà che ci si renda conto, prima o poi, che la democrazia ha bisogno di regole.