privati dell’Angelus

9 marzo 2013 di: Angela Lanza

Non voglio intervenire in una questione, anche complessa, come quella della “rinuncia” del papa, ma sono interessata ad alcuni aspetti collaterali. Noto che mentre si chiede “passione” a un politico (vedi “Viva la libertà” il bel film interpretato da Toni Servillo) la razionalità di un papa, che è anche a capo di uno Stato, non dispiace. Ma la fede, mi domando, non è anche passione o le è soltanto per i mistici? Sembra invece che la ragione sia qualcosa che Ratzinger abbia messo nel circuito della fede (forse era passata di moda?) e anche del suo modo di vivere. E questa “ragione” mentre all’inizio lo aveva allontanato – non mi sembra che fosse simpatico a molti – con questa rinuncia lo ha reso simpatico, perché più umano. Ragionando su due cose difficili che lo hanno portato a ribadire di essere un servitore e non un potente monarca. La prima difficoltà: che un corpo vecchio possa sobbarcarsi ancora a notevoli fatiche di rappresentanza e questo andando contro la corrente mentalità degli uomini di potere. La seconda difficoltà: mettere ordine all’interno della struttura della chiesa; ordine che richiede un’urgenza incredibile perché sotto i riflettori di un mondo sempre più laico e multi religioso.

Da buon tedesco ha tirato le conclusioni, cosa questa (cioè tirare le conclusioni) che non era venuta in mente a nessun altro papa o cardinale.

Sto usando un tono pedestre per arrivare al punto che mi interessa e cioè come il cinema italiano abbia rappresentato il papa, perché a partire dal “Marchese del Grillo” (ogni riferimento è puramente casuale) con A. Sordi fino all’intrigante “Habemus papam” di Moretti, che prevedeva quanto è successo oggi, il ritratto del papa ha subito una forte flessione dal quasi macchietta di Paolo Stoppa – forse perché il papa a quel tempo doveva rimanere irraggiungibile ai cittadini e con la farsa invece, come sempre accade, lo si rendeva eguale ai più – all’umanissimo e depresso Michel Piccoli.

Da sottolineare il fortissimo attaccamento dei romani ad un’icona che si estende certo a tutti i cattolici osservanti in ogni situazione geografica, ma che a Roma si carica e ha il suo focus. Mi trovavo a Largo Argentina circa verso le 4 del pomeriggio, il secondo giorno del conclave del 2005, quando improvvisamente hanno suonato tutte le campane delle chiese e a questo frastuono in un batter d’occhio una folla immensa si è riversata per strada, i pochi autobus a passo d’uomo, trascinandomi. Era stato eletto il papa e ogni romano non voleva perdersi quel momento.

3 commenti su questo articolo:

  1. gemma scrive:

    A me l’Angelus manca, spero che domenica prossima ci accompagni di nuovo. L’elezione del Papa rappresenta ogni volta una grande sfida per il cattolicesimo per garantire l’unità della Chiesa e rendere un servizio di comunione per la Chiesa

  2. M.N scrive:

    Quella finestra alle sue spalle aveva anche gli intrighi e gli orpelli del papa, non so se è un bene o no che resti vuota dipende che papa ci presenterà il conclave

  3. gemma scrive:

    Anche questa volta una grande emozione ha accompagnato l’elezione del nuovo Papa che porta il nome di Francesco.
    La fumata bianca che ha annunciato al mondo la sua elezione è arrivata alla quinta votazione, nella seconda giornata del Conclave. Il comignolo della Cappella Sistina ha iniziato a fumare alle 19.06, piazza San Pietro gremita di fedeli sin dalla mattinata è esplosa in un boato: «Viva il Papa! Viva il Papa!». Papa Francesco ha chiesto alla folla presente in piazza di pregare per lui prima di dare a tutti la sua benedizione…

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