privati dell’Angelus
Non voglio intervenire in una questione, anche complessa, come quella della “rinuncia” del papa, ma sono interessata ad alcuni aspetti collaterali. Noto che mentre si chiede “passione” a un politico (vedi “Viva la libertà” il bel film interpretato da Toni Servillo) la razionalità di un papa, che è anche a capo di uno Stato, non dispiace. Ma la fede, mi domando, non è anche passione o le è soltanto per i mistici? Sembra invece che la ragione sia qualcosa che Ratzinger abbia messo nel circuito della fede (forse era passata di moda?) e anche del suo modo di vivere. E questa “ragione” mentre all’inizio lo aveva allontanato – non mi sembra che fosse simpatico a molti – con questa rinuncia lo ha reso simpatico, perché più umano. Ragionando su due cose difficili che lo hanno portato a ribadire di essere un servitore e non un potente monarca. La prima difficoltà: che un corpo vecchio possa sobbarcarsi ancora a notevoli fatiche di rappresentanza e questo andando contro la corrente mentalità degli uomini di potere. La seconda difficoltà: mettere ordine all’interno della struttura della chiesa; ordine che richiede un’urgenza incredibile perché sotto i riflettori di un mondo sempre più laico e multi religioso.
Da buon tedesco ha tirato le conclusioni, cosa questa (cioè tirare le conclusioni) che non era venuta in mente a nessun altro papa o cardinale.
Sto usando un tono pedestre per arrivare al punto che mi interessa e cioè come il cinema italiano abbia rappresentato il papa, perché a partire dal “Marchese del Grillo” (ogni riferimento è puramente casuale) con A. Sordi fino all’intrigante “Habemus papam” di Moretti, che prevedeva quanto è successo oggi, il ritratto del papa ha subito una forte flessione dal quasi macchietta di Paolo Stoppa – forse perché il papa a quel tempo doveva rimanere irraggiungibile ai cittadini e con la farsa invece, come sempre accade, lo si rendeva eguale ai più – all’umanissimo e depresso Michel Piccoli.
Da sottolineare il fortissimo attaccamento dei romani ad un’icona che si estende certo a tutti i cattolici osservanti in ogni situazione geografica, ma che a Roma si carica e ha il suo focus. Mi trovavo a Largo Argentina circa verso le 4 del pomeriggio, il secondo giorno del conclave del 2005, quando improvvisamente hanno suonato tutte le campane delle chiese e a questo frastuono in un batter d’occhio una folla immensa si è riversata per strada, i pochi autobus a passo d’uomo, trascinandomi. Era stato eletto il papa e ogni romano non voleva perdersi quel momento.
A me l’Angelus manca, spero che domenica prossima ci accompagni di nuovo. L’elezione del Papa rappresenta ogni volta una grande sfida per il cattolicesimo per garantire l’unità della Chiesa e rendere un servizio di comunione per la Chiesa
Quella finestra alle sue spalle aveva anche gli intrighi e gli orpelli del papa, non so se è un bene o no che resti vuota dipende che papa ci presenterà il conclave
Anche questa volta una grande emozione ha accompagnato l’elezione del nuovo Papa che porta il nome di Francesco.
La fumata bianca che ha annunciato al mondo la sua elezione è arrivata alla quinta votazione, nella seconda giornata del Conclave. Il comignolo della Cappella Sistina ha iniziato a fumare alle 19.06, piazza San Pietro gremita di fedeli sin dalla mattinata è esplosa in un boato: «Viva il Papa! Viva il Papa!». Papa Francesco ha chiesto alla folla presente in piazza di pregare per lui prima di dare a tutti la sua benedizione…