chi vuole ridurre la politica ad avanspettacolo?

11 aprile 2013 di: Simona Mafai

Qualcuna/o ricorderà il Bagaglino, forse il primo degli spettacoli satirici sulla vita politica italiana: Parlamento, Governo, Partiti. Credo che fosse un vero e proprio spettacolo teatrale, che si rappresentava in un locale di Roma, e veniva anche trasmesso in televisione. Vi apparivano comiche controfigure di uomini politici, in mezzo ad infermiere con calze traforate e reggiseni stracolmi. E va bene: un po’ di distacco dalle tensioni e dai misteri della politica è benefico. Ma oggi sembra che molti commentatori e perfino alcuni esponenti della politica vogliano ridurre tutte le vicende della politica a scenografie da avanspettacolo. La ricerca di una persona (uomo o donna) che possa rappresentare l’unità nazionale e garantire il rispetto della Costituzione, diventa un gioco sotto banco, scambio oscuro di favori, compensazione di antiche colpe. Ogni incontro tra personalità politiche di diversa formazione è giudicato “inciucio” ed è disprezzato.

E noi? Noi stiamo ad ascoltare: ci facciamo un po’ di risate, e ci disimpegniamo da tutto. Se i principali protagonisti della politica sono esseri così ridicoli e così spregevoli, perché mai dovremmo impegnarci collettivamente nella ricerca di una soluzione equilibrata ai difficili problemi del paese? (Io penso sempre alla tragica questione dell’Ilva di Taranto, che concentra in sé tutti i nodi complessi dello sviluppo di una società moderna: e di cui non si parla affatto o comunque non abbastanza). Meglio disinteressarsi, non votare, o esprimere solo un voto di rabbia. Che sia la satira il piatto di lenticchie che ci viene dato, in cambio alla rinuncia ad essere cittadine e cittadini consapevoli dei problemi del paese e partecipi ad una loro positiva soluzione?

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