doppia preferenza di genere, un passo avanti
Bene, siamo arrivate nuovamente al momento del voto: mercoledì 3 aprile alle 15,30 l’Assemblea regionale siciliana voterà l’introduzione della doppia preferenza di genere nelle legge elettorale. E’ prevista per quella data una mobilitazione delle associazioni femminili. Va dato atto al presidente Rosario Crocetta che questa volta l’Ars dovrà fare i conti con una volontà politica ben determinata: le prossime elezioni amministrative intende rinviarle al 9 e 10 giugno per consentire il compimento dell’iter di approvazione degli emendamenti alla legge elettorale, che introdurranno la facoltà per l’elettore di dare due preferenze di genere diverso.
Va riconosciuto, altresì, che la recente approvazione in Commissione Affari Istituzionali dei Ddl sull’equilibrio di genere la si deve anche alla determinazione delle neo-elette deputate, non a caso oggi più numerose che in passato. Più numerose anche grazie all’alternanza uomo-donna scelta dal Presidente per il suo listino bloccato. Favorire l’ingresso delle donne nelle Istituzioni è un fatto di civiltà, oltre che di democrazia. Non va dimenticato però che il criterio numerico non è necessariamente garanzia di qualità della classe dirigente. Altrettanto importanti sono i metodi di selezione operata dai partiti per l’inserimento in liste e listini bloccati non solo delle donne, o per i ticket uomo-donna studiati a tavolino per agevolare qualcuna piuttosto che qualcun’altra.
Tuttavia, è innegabile che queste modifiche alla legge elettorale, se approvate, daranno un po’ di filo da torcere ai partiti più resistenti alla presenza femminile. I Ddl approvati in I Commissione prevedono, inoltre, che per le giunte comunali un genere non possa essere rappresentato in misura inferiore al 30%. A questo proposito occorre precisare che gli emendamenti ai disegni di legge, che abbiamo presentato in occasione dell’audizione all’Ars come Emily Palermo, condivisi dalle amiche di Mezzocielo e Ande, proponevano un innalzamento della percentuale al 40%, anche in virtù della sentenza del Tar Lazio che ha recentemente fatto propri i criteri di “adeguatezza” e “garanzia” della equilibrata presenza di genere individuati dall’Ue in misura pari al 40% minimo per ogni genere. Le deputate del Pd, peraltro proponenti della gran parte dei Ddl sul tema, promettono che continueranno a battagliare per innalzare questa percentuale. Per il momento sosteniamole durante il voto in aula, perché non accada che con il voto segreto si ripeta quanto già tristemente avvenuto: https://old.mezzocielo.it/2011/03/la-riforma-della-legge-elettorale-siciliana-bocciata-la-doppia-preferenza-di-genere/