i riflettori non fanno luce
L’uomo che è stato eletto vescovo di Roma e porta un nome che sembra un re di Francia, viene da un paese, l’Argentina, e da un tempo, gli anni Settanta del secolo scorso, che furono funestati da una feroce dittatura anticomunista. Tutte e tutti gli abitanti di quel paese ne portano inevitabilmente i segni, anche lui. Lui, personalmente, era avverso al comunismo e questa circostanza, che nessuno può imputargli come una colpa, ha avuto delle conseguenze sul suo comportamento che alcuni gli imputano come errori e colpe.
L’uomo che è stato eletto vescovo di Roma è un uomo di sesso maschile, educato in una Chiesa ancora patriarcale e in una cultura prevalentemente sessista. La sua storia personale parla di alcune qualità cristiane, ma sul punto cui sono sensibili le femministe, purtroppo finora non c’è niente da segnalare che lo faccia risaltare in positivo. In ciò, il grande santo di cui J. M. Bergoglio ha preso il nome, forse che era molto diverso? No: povero e umile, sì, ma a Chiara d’Assisi impose la reclusione monacale, contro il progetto di lei che era di andare in giro con le sue compagne a mendicare e insegnare.
Queste mie parole vorrebbero essere di aiuto a trovare una giusta misura dei sentimenti verso il nuovo papa. La misura è personale, secondo le scelte e le esperienze, ma cerchiamo di decantare le emozioni indotte dalla televisione così come le ostilità precostituite, per fare posto a un presente migliore anche per lui, se possibile. Senza scambiare i riflettori per lumi di lassù.
che vuol dire? anche Gesù era maschio ma Maria, sua madre era femmina, anche Giovanni, il Battista era maschio ma Elisabetta, sua madre era femmina, anche l’imperatore Costantino era maschio ma sua madre, sant’Elena, era femmina, anche sant’Agostino era maschio ma sua madre, santa Monica era femmina… i ruoli maschili e femminili nella storia della chiesa e nel tempo ci sono sempre stati e sempre ci saranno: sono le persone che fanno la storia…..le interpretazioni sono sempre soggettive….a volte le scelte sono legate a condizionamenti ambientali e dettate più dalla testa che dal cuore
Come è difficile farsi capire! Luisa non è entrata nel merito del sesso del Papa, né lo ha messo a confronto col valore della sua sconosciuta madre. Ha solo detto a noi tutti/e: valutiamolo e giudichiamolo per quello che fa e dice (che farà e dirà); non facciamoci abbagliare dai fari entusiasti accesi su di lui. Andiamo ai contenuti, superiamo le forme esteriori.
D’accordo con Gemma credo che le donne non meno degli uomini abbiano contribuito ad edificare la Chiesa nella quale, come afferma San Paolo : “vi sono diversità di carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversità di ministeri, ma uno solo è il Signore” (I Corinzi cap.12)
Simona, sono d’accordo con la tua lettura dell’articolo di Luisa Muraro. E’ esattamente quello che tu dici ciò che Muraro ha scritto. Basta rileggere con attenzione, e non con pregiudizio, le ultime righe della sua riflessione. Le riporto:
“Queste mie parole vorrebbero essere di aiuto a trovare una giusta misura dei sentimenti verso il nuovo papa. La misura è personale, secondo le scelte e le esperienze, ma cerchiamo di decantare le emozioni indotte dalla televisione così come le ostilità precostituite, per fare posto a un presente migliore anche per lui, se possibile. Senza scambiare i riflettori per lumi di lassù.”
Penso che questo concetto sia abbastanza chiaro e non si presti a fraintendimenti sul rigore intellettuale che ha ispirato la riflessione della filosofa.
Non capisco cosa voglia dire Gemma! Certo i ruoli, imposti dal patriarcato, ci sono sempre stati ma, fortunatamente per noi, nel corso del ‘900 sono stati messi in discussione e rivoluzionati dal movimento delle donne e dal femminismo. Ci sono luoghi che resistono di più al cambiamento e tra questi sicuramente la chiesa, nonostante la critica mossa anche da teologhe e femministe cattoliche. Luisa Muraro vuole semplicemente ricordarci di non fermarci alla superficie, “i riflettori”, all’immagine che si vuole trasmettere, ma di giudicare il papa con attenzione in base alla sua storia e alle scelte che compirà. Sono d’accordo con lei, anche perchè ho trovato una dichiarazione del papa, da cui si evince una preoccupante concezione maschilista, che comunque risale a qualche anno fa “Le donne sono naturalmente inadatte per compiti politici. L’ordine naturale e i fatti ci insegnano che l’uomo è politico per eccellenza, le donne da sempre supportano il pensare e il creare dell’uomo, niente di più”.
Le donne per prime hanno creduto, le donne hanno avuto il coraggio di raccontare, le donne hanno testimoniato la fede. Nella cultura ebraica le donne non erano abilitate a testimoniare. ….tuttavia le e donne hanno creduto, gli uomini no: Pietro è tornato al sepolcro a cercare prove e Tommaso ha voluto toccare con le sue mani le ferite di Gesù. Papa Francesco, a partire dal racconto evangelico della risurrezione, ha sottolineato l’affidabilità delle donne. Quello che le donne dicono, quasi sempre, non è frutto della fantasia, è realmente accaduto….mi sembra che il vescovo di Roma, un uomo di sesso maschile, educato in una Chiesa ancora patriarcale e in una cultura prevalentemente sessista, non potesse fare omaggio e riconoscimento più alto alle donne.
Comunismo, sessismo, maschilismo e femminismo, rigorismo, intellettualismo…non corriamo tanto e proviamo a mettere da parte, almeno per ora, sia gli ismi che i sofismi. Aspettiamo e vediamo, è sato detto, bene. Sono sicura che Bergoglio saprà fare il suo mestiere di vescovo di Roma e sarà all’altezza del compito ricevuto. Riguardo alla politica, se essa è agire per il bene della comunità, in quanto donna e cittadina non mi sento affatto esclusa. Già contribuire a formare, all’interno della propria famiglia, coscienze educate alla rettitudine morale ed all’onestà non mi sembra cosa da poco.