il governo che verr

29 aprile 2013 di: Simona Mafai

Non è un governo della resa dei conti, questo di Enrico Letta. Tanto meno, ovviamente, delle vendette. Anzi: c’è un po’ un’aria da borotalco. Si deve al folle sparatore davanti a Palazzo Chigi, se non si è compiuto un atto veramente ridicolo (proposto da chi?): il passaggio della “campanella” dal capo del Governo uscente a quello subentrante, compiuto non dai due titolari, ma dalle loro mogli! Ci mancava una passata di sfogliatelle e di biscottini fatti in casa….

Io comunque non sono pessimista. Tutte queste facce nuove, né vecchie né giovanissime; la Emma Bonino Ministro degli esteri e le altre sei ministre, con o senza portafoglio; l’assenza dei massimi “guru” della politica italiana e la posizione minoritaria, un po’ da assediati, dei pochi di loro rimasti…Tutto ciò mi fa respirare un’aria nuova, che di per sé non è certo un’assicurazione, ma che alimenta un po’ di speranza.

Dispiace che questa aria nuova venga fuori, non da una vittoria del centrosinistra (che non c’è stata) ma da un accordo forzato che, dopo la rigidità di Grillo, gli sgambetti tra i parlamentari Pd (e la dissociazione di SeL), aveva come alternativa solo nuove elezioni. Accordo forzato, certo. Ma la presa d’atto della realtà dei numeri ed il pragmatismo femminile, mi fanno guardare senza piangere a ciò che è avvenuto. Se l’accordo forzato era indispensabile, che tale accordo fosse fatto con dignità, e se possibile approfittandone per imporre qualche segnale di cambiamento. Il che è avvenuto.

Dunque mastico amaro (ma ho cominciato a masticare amaro la sera del 25 febbraio), e seguo con attenzione ciò che farà il nuovo Governo: chissà che non vengano fuori un paio di riforme attese da vent’anni e qualche buona legge. I conti da pagare devono essere pagati: ma la vita del paese non può arrestarsi in attesa della ghigliottina.

3 commenti su questo articolo:

  1. daria scrive:

    Anche io non sono pessimista.
    Alla luce di tutti gli eventi che si sono susseguiti a partire dalla sera del 25 febbraio, era arrivato il momento di gestire in qualche modo le tendenze distruttive e agire nell’ottica di una costruzione, se non nel migliore dei modi, almeno in quello più opportuno per iniziare un percorso necessario alla vita del paese.

  2. rita scrive:

    Certo speranza e coraggio sono un buon inizio, ma temo che non basteranno quando si tratterà di mettere mano alle riforme costituzionali, che hanno fatto naufragare tanti strateghi del passato davanti all’impavido inossidabile Cavaliere
    dai mille volti.

  3. Mimma scrive:

    Il governo si vede all’opera non certo nella foto di gruppo allora lasciamolo lavorare stiamo vigili, ma non possiamo dire già ora un disastro!!!!

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