romanzo civile
Dal 6 al 7 maggio, all’Istituo Gramsci dei Cantieri culturali alla Zisa di Palermo, si terranno due giornate su Giuliana Saladino, le sue opere, la sua attività di giornalista e scrittrice, il suo impegno politico, la sua intelligenza, la sua lungimiranza …
Per rammentare solo una scheggia del suo valore, l’amica Francesca Traìna ha tratto questo brano, attualissimo, dal suo Romanzo Civile:
…«Ora il succo di tante serate allegre in cui avevamo imparato a ridere di noi e dei nostri guai era diventato amaro. Perché era amaro che al gusto di fare politica si fosse sostituito il gusto di parlare di politica, discorsi di cafè, e spesso quando Rocchi concludeva «ora che abbiamo aggiustato il mondo col ginocchio andiamo a rivedere le famiglie» mi sentivo avvocato e farmacista di paese: quello storico abisso tra il dire e il fare, quello iato su cui sono state scritte tante pagine illustri, eccolo qui, e senza rimedio.
Stavamo ai margini, spettatori di prima fila, senza più nessuna possibilità di modificare il copione, esponenti di una mancata classe dirigente (clamoroso non senso! se mancata, non è tale!) sconfitta da molti nemici esterni, cui aveva dato una mano, dal di dentro, il nostro modo e nodo d’essere.
D’accordo. Ma malgrado l’ammirazione e la compassione che mi ispiravano i compagni rimasti a fare politica isolana alla maniera vecchia in un contesto nuovo, ingrigiti nelle riunioni, non mi sarei cambiata con loro, non volevo essere il tenente Drogo del deserto dei tartari siciliano». …