il disagio e la terapia, lo spettacolo di Roberta Torre
Sono andata a vedere, allo spazio Perriera dei Cantieri culturali alla Zisa, “Insanamente Riccardo III” (vedi commento di qualche giorno fa in Liberissime) che è, come recita una locandina, “un laboratorio teatrale diretto da Roberta Torre, prodotto dall’Associazione onlus StupendaMente, e vuole essere una rilettura drammaturgica fatta da pazienti psichiatrici per la regia di Roberta Torre . Un regno dove tutto ciò che è anormale diventa possibile”. Uno spettacolo che ti strizza l’anima e ti prende allo stomaco, un flusso di energie che emergono da abissi scoperchiati, un mondo di ombre che prende forma d’arte nei movimenti (coreografie di Giuseppe Muscarello), nei gesti, nelle frasi urlate e sussurrate, nei colori e nelle fogge fluttuanti dei costumi (di Dora Argento) e della scena (di Massimiliano Carollo) che si trasforma in continuazione, si anima di corpi e sedie e cenci e vestiario che vola sulle teste degli spettatori, coinvolti come mai dall’onda vitalizzante degli attori, intensamente compenetrati nella coralità delle azioni che la sensibilità della regista dirige con accortissime manovre.
Difficile descrivere uno spettacolo di pochissime e misurate parole – suscita ilarità ma fa riflettere la constatazione del re deforme che, fermo davanti al pubblico da lui scrutato attentamente, proclama: «ora che vi ho visti tutti, uno per uno, posso dire che niente è normale» – quanto piuttosto di movimenti e azioni eseguiti da venticinque teatranti, venti malati mentali e cinque tra attori professionisti e un medico psichiatra, intenti a seguire un filo invisibile tracciato con mano ferma e amorevole dalla amatissima regista (assistente alla regia Daniela Mangiacavallo), sulle onde di una musica a tratti struggente composta e suonata dal bravissimo Mario Bajardi. E’ difficile dare voce alle emozioni, e questo “Insanamente Riccardo III” ti catapulta in una dimensione, quello della malattia mentale da cui solitamente si rifugge per paura, per impotenza, per incapacità di controllo, che stavolta ti coinvolge e mette in moto tutti i sensi dello spettatore, costretto a riflettersi nello specchio del disagio mentale trascurato dalle istituzioni ma preso in cura, come succede troppo spesso nel nostro distratto paese, da volontari – medici psichiatri e non solo- riuniti nella associazione privata StupendaMente sorta nel 2007 con la finalità, tra l’altro, di sensibilizzare l’opinione pubblica «contro ogni forma di stigma e di intolleranza, per una nuova cultura dell’accoglienza alla diversità … attraverso metodologie specifiche quali laboratori artistici, attività teatrali, musicoterapia». Ed è stato il presidente di StupendaMente, lo psichiatra Marcello Alessandra, ad ordire questa stupenda trama con Roberta Torre, a sua volta aiutata nei diversi campi da un gruppo di giovani tra cui mi piace citare la fotografa di scena Desideria Burgio e l’addetto stampa Sofia La Pira, efficienti ed entusiaste come se ne vedono poche.
(la scena vuota, foto Desideria Burgio)
Stupendo in tutti sensi! ha regalato tante riflessioni positive, oltre che spunti di crescita. Desidero ringraziare la redazione di Mezzocielo per la disponibilità con la quale continua ad esser riconosciuto questo prodotto teatrale, in particolare la cortesia di Stefania Savoia e di Rosanna Pirajno.