il rimedio, migliore o peggiore del male?

3 maggio 2013 di: Marcella Geraci

E’ un esecutivo triste quello chiamato a votare la fiducia. Un esecutivo sfiduciato da un elettorato tradito, dopo un ventennio di otto Olimpiadi alle spalle, si occuperà di Sport e Pari opportunità mentre agli Esteri, la filoisraeliana e radicale Emma Bonino, da sempre in prima linea nelle lotte per i diritti civili, ha ottenuto un riconoscimento importante. Insomma, le donne ministro ammontano a sette e anche l’abbassamento dell’età anagrafica indurrebbe a pensare ad un governo nuovo, nato sull’onda dei desideri di cambiamento che gli italiani hanno espresso in questi anni. Ma questo governo, all’apparenza democratico, giovane e rosa è nato all’insegna del “vecchio” modo di fare politica, visto che i ministeri “importanti” e la vice presidenza del consiglio sono andati al Pdl e all’inossidabile Berlusconi, premiato da tutte le forze che hanno voluto l’inciucio. Basti pensare al giovane e rampante Angelino Alfano, l’uomo di fiducia del Caimano al ministero dell’Interno e alla vice presidenza del Consiglio. Larghe intese e orizzonti ristretti continuano quindi a governare l’Italia post elettorale, sempre più povera e disoccupata, sfigurata dalla sparatoria davanti a Palazzo Chigi e dai fatti di Palermo. E se l’invocato “male minore” provocasse mali peggiori?

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