ministra Idem, pi

8 maggio 2013 di: Rita Annaloro

Certo la neo Ministra per le pari opportunità, Josepha Idem, avrebbe potuto essere meno vaga sui provvedimenti da prendere per fermare il femminicidio se si fosse mai posta il problema, prima di essere intervistata dai giornalisti di Rai3, pure la sua espressione dolcemente decisa ha probabilmente rassicurato i benpensanti che questi orribili crimini presto finiranno. La ministra infatti propone una task force comune tra i ministeri di Salute, Giustizia, Interni, Lavoro e Istruzione, ma per fare che? Per studiare il fenomeno occorre un Osservatorio permanente, dice, ma per sfogliare i documenti del Telefono Rosa e i quotidiani dell’ultimo anno forse bastano due impiegate di un ministero. E la Task Force come dovrebbe intervenire? Assoldando Donne Rambo da piazzare nei parchi, uffici, aeroporti e scuole dove possano intervenire tempestivamente a difesa delle donne minacciate?

Se abbiamo impiegato anni per far accettare il concetto, prima e la legge poi che sancisce lo stupro come crimine, di cui le donne di solito non vanno in cerca, cosa possiamo aspettarci da un tale dispiegamento di forze? Far cambiare idea ai maschi prepotenti che si arrogano il diritto di vita e di morte sulle donne di loro proprietà? Per diversi anni i giornalisti di casa nostra hanno tentato di far passare il fenomeno come un effetto collaterale dell’emigrazione, istigando la paura dello straniero, quando l’assassino poteva anche nascondersi tra le mura di casa. Cosa si propone di fare la Task Force a riguardo? Un manualetto anti-violenza da consegnarsi porta a porta, specie nelle fasce di età a rischio maggiore? E non basterebbe potenziare le strutture come Telefono Rosa o i consultori territoriali in via di estinzione? Eh no, troppo facile: l’opinione pubblica esige qualcosa di eccezionale per stare tranquilla!

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