non in nome delle donne, bella Jolie

18 maggio 2013 di: Silvana Fernandez

Bellissima e affascinantissima signora Angelina Jolie coniugata Brad Pitt, non voglio sfiorare neanche l’argomento della sua operazione perché sono fatti strettamente personali. Non avrei commentato neanche la sua dichiarazione: «Ho un gene difettoso, il BRCA1, che aumenta in maniera consistente il rischio di sviluppare il cancro al seno e alle ovaie. Mi sono fatta dunque una duplice mastectomia per ridurre dell’ottantacinque percento la possibilità di morire». Non avrei, le assicuro fatto alcun commento se fosse stata una dichiarazione stringata, ma era, forse perché lei è abituata alle grandi platee, diretta appunto a queste. La mia lettera, dunque, ha lo scopo di ridimensionare certe frasi che mi sembrano veramente fuorvianti. La prima che salta agli occhi è questa: «L’ho fatto per tutte le donne del mondo». Riduciamo il termine, bellissima Angelina! Vorrei che fosse chiaro che lei parla soltanto alle ricchissime donne americane, di ottima cultura, certamente non parla alle donne Africane a cui lei spesso, come rappresentante di organismi internazionali, porta sorrisi e doni. Le assicuro che neanche la donna italiana di medio o basso reddito può intraprendere una guerra contro il genoma BRCA1, perché per fare una mammografia deve attendere mesi e non riesco a pensare quanti anni per sapere quale percentuale di mortalità è prevista nel suo dna. E’ bene dunque precisare che possiamo capire l’esigenza personale, ma non giustificare il suo impeto sociale. Un’altra cosa che ha dichiarato a tutti gli intervistatori è che lei ha considerato, davanti all’inadeguatezza alla vita del suo genoma, di non potere sopportare l’idea di lasciare orfani tutti i bambini che ha adottato o procreato. Su questo siamo d’accordo, non c’è nessuna donna che la pensi in modo diverso ma quasi tutte, spero, sanno che la vita e la morte non sono gestite come un contratto della Paramount e dunque, mi chiedo, se analizzerà bene i dati sugli incidenti stradali non salirà più su una macchina? Vorrei anche che lei non utilizzasse una frase da sempre focalizzata nella storia del femminismo: «mi sono riappropriata del mio corpo».

E’ una frase che racchiude drammi e dicotomie del lungo viaggio delle donne per riconoscere ed amare il proprio corpo, mentre la prima decisione che ha preso lei nei riguardi del corpo è stata quella di eliminarne un bel pezzo. Un bel pezzo nel vero senso della parola, perché bello lo era ed era anche tanto, dato la sua fama di maggioratissima diva! E qua viene fuori un’altra cosa che non puo’ equipararla alla maggioranza delle donne: infatti, lei non ha sofferto il disagio della mutilazione dato che ha avuto subito impiantato un’altro seno forse anche più bello, e per di più, come lei ha tenuto a precisare, che le ha lasciato solo piccolissime cicatrici. Comunque la paura è paura in tutti gli ambienti e in tutte le diverse società del mondo ed io continuo a d avere comprensione per lei. Se il suo terrore di morire era così dilaniante io la capisco, vi sono tanti affetti da malattie mentali che finiscono per paura della morte con il suicidarsi, figuratevi se non sono pronta ad accettare una mastectomia. Ma continuo a pensare soltanto che non era il caso di fare un appello a tutte le donne del mondo. Sarebbe bastato passare parola a tutte le donne di Beverly Hills e poi rifugiarsi nel silenzio e nell’affetto incondizionato che le riserbano i suoi cari tanto da considerarla, senza particolari ragioni, un’eroina.

6 commenti su questo articolo:

  1. Mariachiara scrive:

    Il gesto della Jolie mi ha sconvolto ho dovuto subire una mastectomia parziale perchè io dovevo farla è un trauma, la diva aveva l’ottantacinque per cento? Bene in quasi tutte le malattie del mondo ci sono probabilità di morte anche nella vita quotidiana esistono queste possibilità mortali .La vita si deve affrontare con quello che ti da non con la paura di quello che potrebbe darti! Dire di usare precauzioni non vuol dire mutilazioni che tante donne povero dovrebbero affrontare.

  2. gemma scrive:

    sono passati dieci anni da quando ho subito una mastectomia a destra e una quadrantectomia a sinistra, nonché l’asportazione dei linfonodi ascellari di cui alcuni in metastasi…..dopo l’intervento ho avvertito un senso di smarrimento e di vuoto: la mutilazione mi creava disagio. Sognavo di avere bambini neonati tra le braccia che colmavano la parte mancante e avevo il terrore di guardarmi allo specchio e scoprirmi diversa da prima. Da qualche anno convivo con una protesi asimmetrica senza capezzolo (perché non ho voluto fare l’impianto temendone il rigetto, né il tatuaggio…a che serviva non dovendo andare in spiaggia in topless e avendo un marito amorevole per il quale sono comunque la più bella al mondo), ho inoltre un braccione da linfedema a causa dell’assenza di linfonodi. Ho conosciuto tante compagne di viaggio nel mio percorso in ospedale tra terapie salvavita e controlli…qualcuna si è ritrovata da sola , lasciata da compagni incapaci di affrontare la situazione, qualcun’altra non c’è più…La scelta di Angelina Jolie è una pratica diffusa in America per eccesso di prevenzione: c’è chi le torture se le cerca e chi se le trova da affrontare: l’importante è esserci e apprezzare e rispettare la vita e, soprattutto ricordarsi di fare controlli e prevenzione sempre perché il servizio sanitario nazionale lo prevede

  3. elisabette scrive:

    Trovo questo pezzo molto equilibrato perchè accetta la scelta della jolie con appena un accenno di ironia, ma non perdona queste plateali frasi l’ho fato per le donne… Anche per le africane? risponde la Fernandez e là c’è tutta la differenza fra le varie parti del mondo, l’ho letto con interesse anch’io ho subito un operazione di mastectomia sinistra non è stato facile. Adesso dirò una banalità complimenti per il giornale, ma è quello che sento di dire, è un blog ricco e dai mille colori, io vivo in provenza ma mi collego quotidianamente.

    • Rosanna Pirajno scrive:

      Siamo molto, molto contente e gratificate che ci leggi da lontano e apprezzi il nostro quotidiano impegno ad esprimere le nostre posizioni, che devono essere appunto discusse e confrontate con altre per acquisire senso -comune o parziale- su cui continuare a riflettere; continua a seguirci e, se vuoi, anche ad intervenire direttamente con una tua riflessione, cari saluti.

  4. Daniela scrive:

    E’ giusto rendersi conto che la comunità scientifica ha trovato le armi per individuare bene le malattie ma sulla prevenzione ci sono grandi incertezze, è inutile dunque fare del proprio comportamento, forse corretto, un vessillo. Si naviga ancora in alto mare riguardo la vita e la morte.

  5. Ada scrive:

    Non a caso quasi tutti i commenti sono di donne che hanno dovuto subire questa drammatica esperienza, difficile da accettare e poi, da digerire.
    Devi superare il trauma di una mutilazione di un pezzo di corpo così simbolico per una donna e la paura della morte.
    Di certo, io che l’ho provato sulla mia pelle, non me l’andrei a cercare!
    Forse Angelina si illude di avere sconfitto tutte le sue paure.
    E’ la riprova che il successo, la bellezza e un bel marito servono a poco!

Commenta questo articolo:







*
AdvertisementAdvertisementAdvertisementAdvertisement