in bicicletta, scamiciati e a piedi scalzi
Renato Accorinti, nuovo sindaco di Messina, è entrato a Palazzo Zanca a piedi scalzi. In tema di semplicità ha surclassato Ignazio Marino, sindaco di Roma, salito in Campidoglio su una bicicletta. Aria nuova nei luoghi del potere! Qualche settimana fa uomini tra i più potenti della terra (pardon! c’era anche una donna, Angela Merkel) hanno ostentato alla riunione del G8 abbigliamenti casual: via la cravatta, e per alcuni via anche la giacca. Il capo del governo italiano, Enrico Letta e perfino Obama, hanno parlato in maniche di camicia.
Questi atteggiamenti hanno un significato comune, pur nelle diverse dimensioni. La distanza tra governanti e governati si è fatta così ampia e clamorosa, che sta soffocando la vita democratica. Chi governa (il comune, la regione, il paese, il mondo…) vuole ridurre al massimo questa distanza, e la scelta dell’abbigliamento e dei mezzi di locomozione (chi si ricorda delle auto blu?) può servire al fine. Così come in passato, all’incontrario, re e principi, alti prelati e generali, esaltavano il baratro esistente tra loro e il “popolo”, con vesti solenni, velluti, catene d’oro, divise cariche di medaglie.
Accogliamo la nuova moda come segno di buona volontà. Cui però devono seguire decisioni ed atti conseguenti. Collo scoperto, pedalate su due ruote, piedi nudi non possono sostituire meccanismi democratici carenti e inceppati, che hanno bisogno di interventi riformatori sostanziosi e diffusi, per eliminare condizionamenti impropri, ruggini burocratiche, e funzionare finalmente con efficacia e verità.
In questo gioco al ribasso, il prossimo non potrà che presentarsi in mutande.
Non vedo l’ora.