ripensando le amministrative

2 giugno 2013 di: Fortunata Pace

E’ vero, l’esito delle elezioni amministrative in parecchie città e in parecchi comuni italiani, dalle Alpi ai Nebrodi, ha un po’ spiazzato. Tuttavia sembra che il seguito lo abbiamo in parte digerito, tra osservazioni variamente interessate, ben poco illuminanti e non sempre di buona fede. Quel che ci resta è ancora e ancora un paese, il nostro, dove il teatro della politica ha la metà degli spettatori in qualche modo paganti e un’altra metà che, anche apparentemente fuori dal teatro, non può scansarsi proprio nulla di quel che avverrà e che passerà comunque sulle loro teste.

Il Pd deve fare i conti con un Renzi che sa bene dove vuole andare e non lo ferma niente e nessuno, un Pdl garantito ma altrettanto imbrigliato per la presenza di un capo, assolutamente necessario al semisuccesso ritrovato, ma destinato ad attendere con lui, sorti giudiziarie e opacità di alleanze, senza che la stampa amica riesca a fare la solita barriera o a ben rilanciare. E c’è Grillo che ha perso voti, con grande sorpresa di troppi che evidentemente sul suo conto non vogliono andare oltre una piattaforma visibile,  ma che trattiene di certo le sue finalità e i suoi programmi. Quando riusciremo a fare qualche seria ipotesi sulla sua presenza e su quella di Casaleggio nello scenario politico italiano, ma soprattutto internazionale? Quando ci spiegherà chi ne sa dippiù e soprattutto ha fonti attendibili maggiori delle nostre, perché Grillo cerca ai più ingenui di mostrare la sua non appartenenza alla destra o alla sinistra, arringa accanitamente folle giustamente sbandate e improvvisi parlamentari in cerca di autore?

Perdiamo tempo, continuiamo con una sorta di temi in classe resi da scrupolosi studenti che non hanno colpo d’ala, e assistiamo allo spettacolo di un prof. Rodotà che – per quanto in gran parte se lo sia voluto ma egualmente ci dispiace – oramai strapazzato in rete e in tv. Dietro Grillo e la sua “credibile non ascesa” si muove forse un quadro politico a forti tinte che, per tante complesse ragioni, tarda.

Anche se così non fosse, e ce lo auguriamo, non sprechiamo inutili parole e banali gossip. Pensiamo a ciò che dice Visco, e chi ha responsabilità non le riversi su altri o su altro. Quando si affonda, non conta più la poltrona che abbiamo occupata.

1 commento su questo articolo:

  1. Ornella Papitto scrive:

    Il Grillo predicatore è davvero insopportabile. Aveva promesso il Paradiso ai suoi elettori e non, e invece ci troviamo ancora nell’inferno quotidiano. Non gli piace “prendere il fuoco con le sue mani” e si nasconde dietro ‘l’ideologia della purezza’, della ‘non contaminazione’! Ma per caso è un moderno prete travestito da predicatore medioevale? Lo stile è quello: fuoco e fiamme, morte e inferno! Povero esaltato! E poveri italiani che ancora hanno bisogno delle prediche a buon prezzo per credere nell’esistenza del paradiso sulla terra!

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