se una donna augura lo stupro

22 giugno 2013 di: Rossella Caleca

Avevo scritto questa mia riflessione giorni fa, ora non mi sembrava più attuale ma mi ero illusa, ogni giorno con costanza insulti e caricature della Kyenge sono diventati quotidiani, allora perché non continuare a parlarne? Le parole cadono come pietre. Parole dette da una donna a un’altra donna. Parole che fanno orrore. Le scuse di Dolores Valandro, l’esponente leghista che ha augurato alla ministra Kyenge di venire stuprata “per capire cosa si prova”, non servono: perché arrivare a formulare, anche solo nel pensiero, una frase del genere, intreccio di razzismo e sessismo, una frase che è violenza ed istiga alla violenza, è inescusabile. Quanto è avvenuto dice molto, e di molti. Dice che esiste una subcultura razzista che in questi anni è cresciuta, tra paura e ostilità diffusa verso gli immigrati, in un crescendo di insulti ma anche di violenze agite. Dice che considerare le donne, in quanto esseri inferiori, il luogo, l’oggetto in cui e su cui sfogare una furiosa volontà di distruzione, è una concezione che ancora rigogliosamente prospera, e che questi due atteggiamenti sono strettamente legati. Chi pensa così attribuisce agli altri, agli “stranieri”, ai “diversi” quell’aggressività e quella frustrazione che invece gli appartengono: e sono italiani, spesso mariti, parenti, ex partners, gli autori della stragrande maggioranza degli stupri e dei femminicidi. Sembra che la nomina a ministro di Cecile Kyenge, italiana  ma donna e nera, stia scatenando paure e reazioni rabbiose in coloro che la vedono doppiamente “diversa” e considerano una minaccia e un affronto l’assunzione di forza, di indipendenza e di uno status autorevole da parte di qualcuno che vorrebbero relegare nell’inferiorità. Parole come quelle non nascono per caso, non sono un lapsus, una svista. L’odio ci vede benissimo.

2 commenti su questo articolo:

  1. gemma scrive:

    quanta superficialità, quanta ignoranza, quanta leggerezza in quello che si dice e che si augura al prossimo…..quanta paura della diversità, quanta intolleranza, quanta ipocrisia……per “sanare” la malevolenza si dovrebbe cominciare a pensare anche alle quote rosa- nere garantendo per legge nella pubblica amministrazione, una percentuale prefissata non solo di donne ma anche di colore

  2. Giulia scrive:

    Io sono anche contro le quote rosa figuriamoci di colore, mi sembrano sovrastrutture impositive, è da dentro che devono venire certe cose, l’odio profondo che ha fatto dire una simile frase, doveva essere considerato un reato punibile dallo stato ed invece siamo solo in pochi a dire “non è giusto”

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