femminicidio in musica

5 luglio 2013 di: Clara Margani

Sul programma del concerto il primo brano è “Tu mi uccidi, o crudele” tratto dal Libro V dei madrigali di Carlo Gesualdo da Venosa. Il luogo è una delle bellissime chiese barocche di Roma, che ben si adatta alla musica proposta dal programma. Esecutori una/un soprano, un controtenore, un tenore, un baritono e un basso. Le mani del direttore dell’ensemble si sollevano e la sua testa si piega verso la/il soprano che lancia nell’aria la prima nota e così inizia l’esecuzione. E’ un lamento, un’invocazione, un mescolarsi di suoni e di parole dissonante, ma affascinante. La lettura del testo del madrigale, per fortuna stampato sul programma, ci permette di capire che l’ ”empia homicida” è una donna che impedirebbe all’innamorato addirittura di parlare del suo tormento amoroso, tanto da portarlo sicuramente alla morte.

L’autore, nato nel 1566 e morto nel 1613, era un nobile appassionato di musica. A 24 anni uccise in maniera premeditata la moglie e l’amante di lei, organizzando un delitto d’onore che venne subito “perdonato” dal vicerè del regno di Napoli nonostante le proteste delle famiglie nobili a cui appartenevano le vittime. Carlo Gesualdo ebbe così la possibilità di allontanarsi dal luogo del delitto, di vivere presso altre corti, di contrarre un altro matrimonio e soprattutto di dedicarsi alla musica. Visse una specie di espiazione in musica per tutta la vita, componendo soprattutto madrigali in cui la bellezza, l’amore e la morte si mescolano in un vincolo strettissimo e dove emerge la ricerca di un rapporto sempre più stretto, penetrante e incisivo tra le parole del testo e le figure musicali.

In tempi recenti Franco Battiato gli ha dedicato una canzone, in cui si afferma che la bellezza della musica prodotta da Gesualdo cancella il delitto: “I madrigali di Gesualdo, principe di Venosa, / musicista assassino della sposa / cosa importa? / Scocca la sua nota, / dolce come rosa”.

Cosa importa?! E Maria D’Avalos, la sposa in questione, viene uccisa una seconda volta in nome dell’arte musicale.

2 commenti su questo articolo:

  1. Mariateresa scrive:

    Musica barocca e femminicidio ……… un’accoppiata sorprendente!

  2. gemma scrive:

    chiunque uccide non dà prova di intelligenza
    e chi giudica favorevolmente un omicidio è poco intelligente anche lui…

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