il costo della lotta politica in Sicilia

21 luglio 2013 di: Marcella Geraci

Botte, spintoni e sanzioni che possono arrivare fino a diecimila euro: è questo oggi il prezzo della lotta politica, in Sicilia e in tutto il Paese. Un prezzo che i militanti dei Comitati No Muos non hanno mai calcolato o preso in considerazione, pur portando i segni dello scontro nei loro corpi e nelle loro vite. E tutto mentre il Ministero della Difesa ricorre contro la revoca delle autorizzazioni necessarie a costruire il sistema di telecomunicazione satellitare della marina militare Usa. Una revoca stabilita dalla Regione Sicilia per tutelare l’isola che rappresenta e che governa, cercando di emanciparsi dalle logiche di schiavitù nei confronti delle grandi potenze del pianeta. Ma nella difesa del territorio, le donne e gli uomini No Muos occupano il primo posto, contrastando duramente quel “buon senso” diffuso che spinge i siciliani a credere vana e persino infantile ogni azione politica contro le decisioni del governo italiano e gli ordini delle grandi potenze. Vestiti strappati, pugni e calci diventano quindi il prezzo della salute di un territorio e del no incondizionato ad ogni strategia di guerra contro altri esseri umani.

Sono almeno quaranta gli attivisti dei Comitati No Muos siciliani ad essere stati raggiunti da sanzioni amministrative, che oscillano tra i 2.582,2 e i 10.329,14 euro per gli scontri avvenuti l’8 maggio a Niscemi e, nei giorni scorsi, a Gela, durante le celebrazioni per l’anniversario dello sbarco degli americani. In quest’ultima occasione, Turi Vaccaro, l’uomo che ha tentato l’irruzione alla base e che ha dedicato la vita alla causa della pace, è stato arrestato per violenza e resistenza a pubblico ufficiale. Il Coordinamento regionale dei Comitati No Muos invita tutte le persone a mobilitarsi in vista del 19 luglio, giorno in cui è stato fissato il processo contro l’esponente del movimento. Un appello indirizzato a tutte le donne e gli uomini di “buon senso”, che arriva da corpi strattonati, derisi, sanzionati, presi a calci. L’ennesimo invito a lottare per il rispetto dell’ambiente e degli esseri umani.

Commenta questo articolo:







*
AdvertisementAdvertisementAdvertisementAdvertisement